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Il Teatrino dell’ultimo consiglio comunale a Vieste.

Nella seduta del Consiglio comunale di Vieste di lunedì mattina 10 ottobre è andata in scena l'ormai consueto spettacolo politico: l'incomunicabilità dialettica fra l'Amministrazione ed i gruppi di opposizione.

Non è infatti la prima volta che ognuna delle due opposte coalizioni sembrano parlarsi su frequenze opposte, cosicchè l'unico risultato è il susseguirsi di sedute monocordi con le opposizioni che continuano a fare interrogazioni e l'Amministrazione con la propria maggioranza che va per la sua strada senza spesso controbattere alle denunce della parte avversa.

Ecco perché il primo e sostanziale argomento di scontro in questa seduta è stata proprio la possibilità di poter effettuare le interrogazioni.

Il presidente del Consiglio Michele Mascia, richiamandosi al regolamento dell'assise municipale, informava che non ci sarebbero state interrogazioni dovendosi discutere di un accapo, l'unico fra l'altro, all'ordine del giorno, che riguardava questioni di equilibri di bilancio.

L'alt imposto allo spazio per le interrogazioni faceva insorgere sia i consiglieri dell'Unione per Vieste, Giuffreda, Di Candia e Ragni, che quelli della Lista Marinelli, Clemente, Nobiletti oltre allo stesso capogruppo. Dopo un batti e ribatti di dichiarazioni in toni piuttosto accesi c'è stata una sospensione.

La Giunta con il sindaco Nobile e la maggioranza si sono riuniti per vedere il da farsi sul come proseguire la seduta. Subito dopo si sono incontrati tutti i capigruppo ed è stata ribadita la volontà di Giunta e maggioranza che non si dovessero fare le interrogazioni.

Tornati in aula si sono così susseguiti gli interventi sull'accapo in discussione degli equilibri in bilancio. Spesso e volentieri si è anche divagato dall'argomento obbligato, cosicchè seppur velatamente delle interrogazioni sono comunque venute fuori. Fra i vari interventi ne vanno segnalati due: quello di Antonio Giuffreda e quello di Mauro Clemente.

Il primo, in maniera più squisitamente politica, ha battuto il tasto sull'incapacità politica della Giunta e della maggioranza di definire un programma tanto che, ha denunciato Giuffreda, rispetto a quanto indicato dalla Statuto, dall'insediamento non è stato ancora presentato il documento programmatico. Nel corso dell'intervento del diessino non sono mancate delle allusioni o delle stoccate al sindaco Nobile che, ad un certo punto, infastidita, ha lasciato per alcuni minuti l'aula.

Il secondo intervento, tutto tecnico dell'esponente della Lista Marinelli, si attenuto alla tema del bilancio portando alla ribalta come il Comune di Vieste sia stato oggetto di un pignoramento per l'importo di oltre 500.000 euro, che non e' stato riportato in bilancio. Clemente ha ricordato che i debiti provenienti da sentenze esecutive costituiscono debiti fuori bilancio, per i quali la legge impone la loro copertura entro il 30 settembre. Inoltre ha sottolineato come in presenza di disavanzo di amministrazione o di debiti fuori bilancio emergenti è vietato, fino all'adozione dei provvedimenti di riequilibrio, di assumere impegni o pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge. Secondo Clemente la presenza di debiti fuori bilancio ai quali non sia stato fatto fronte validamente con i mezzi di copertura previsti dalla legge obbligherebbe il Consiglio comunale a dichiarare lo stato di dissesto, pena lo scioglimento dello stesso. Più in generale sul bilancio, Clemente ha affermato che, anche in assenza delle relazioni del responsabile del servizio e dei revisori, nell'anno in corso sarebbe stato violato il patto di stabilita per cui nel 2007: si dovrà ridurre la spesa corrente del 10%; non si potranno fare assunzioni; non si potrà fare ricorso a mutui per spese di investimento. Infine ha denunciato come il bilancio di previsione denoti una evidente mancata attendibilità delle previsioni di entrata e sottostima delle spese per cui risulta necessaria l'attivazione urgente di una politica di nuove entrate sugli gli usi civici, la definizione delle pratiche di condono edilizio e la lotta all'evasione.

Al termine l’accapo è stato approvato con 12 voti favorevoli, 6 contrari e l’astensione di Domenico Prudenza.