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Arriva il ticket per il Pronto soccorso

È stato il cavallo di battaglia di molti candidati alle ultime elezioni regionali: l’abolizione del ticket. E se la Regione pensa ad eliminarlo, lo Stato provvede a reintrodurlo.  Con la nuova Finanziaria i cittadini pagheranno 23 euro per le prestazioni non urgenti nei Pronto soccorso, i cosiddetti “codici bianchi”, che si esauriscono solitamente con una visita, senza prevedere la successiva degenza. Il ticket sale a 41 euro se alla visita seguono ulteriori esami diagnostici, i cosiddetti codici verdi. Attualmente la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria è una realtà in 12 regioni. Secondo il ministro della Salute, Livia Turco, questo intervento servirà a potenziare il Servizio Sanitario Nazionale. Una soluzione che non trova tutti d’accordo e spacca persino il centro-sinistra: c’è chi è convinto, infatti, che questa operazione possa servire solo ad ingrassare le casse. Il ministro Turco ha annunciato, inoltre, una revisione dell’attuale sistema di esenzione, anche per verificare che non ci siano evasori e che a non pagare sia davvero chi ne ha diritto. La figura del medico di famiglia sarà fondamentale: eviterà intasamenti nei Pronto soccorso e smaltirà le visite per le quali non è necessario rivolgersi agli ospedali, e in tal modo contribuirà a far risparmiare il cittadino. «Ha un senso introdurre il ticket nel caso del codice bianco, per evitare un uso inadeguato, inappropriato e non necessario del Pronto soccorso, che crea alcuni disagi a chi invece ha ne bisogno– l’onorevole Donatella Poretti, dell’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, deputato della Rosa nel Pugno e segretaria della Commissione Affari Sociali, analizza gli aspetti negativi di questa manovra- Nutro forti dubbi in merito alla necessità di far pagare chi ha bisogno del Pronto soccorso in un sistema sanitario che presenta disagi come il nostro, delle vere e proprie voragini per quanto riguarda le spese, con ospedali che non sono puliti e non sono abbastanza operativi, oltre alle liste d’attesa estenuanti. È assurdo richiedere una compartecipazione alla spesa sanitaria che è già pagata dalle tasse. Allo stesso modo, è “inquietante” il ticket di 10 euro a ricetta. C’è gente che prende tante medicine e in una ricetta ci sono 8 prestazioni. Non riesco a spiegarmi nemmeno la decisione di far pagare le analisi quando non vengono ritirate. Bisogna innanzitutto verificare perché non siano state ritirate: a volte, per esempio, in gravidanza non si ritirano le ultime analisi perché il bambino è nato. A quanto pare ci sono anche degli studi per valutare se tutta questa operazione di recupero del denaro delle ricette non ritirate non costi di più di quello che poi si incasserebbe con queste analisi. Se non devono tornare i conti e se costa di più mettere una tassa di quello che si riscuote, siamo sicuramente di fronte ad una tassa ingiusta ed inefficiente. Una soluzione adeguata sarebbe quella di definire una modalità più semplice per ritirare le analisi. I tempi sono stati talmente brevi che non abbiamo fatto in tempo a prendere atto di questi studi. Con questa manovra, inoltre, si provvede alla riduzione del 50% delle tariffe ai laboratori: ci sono troppi laboratori, troppo piccoli e troppo costosi e si decide di ridurli nel giro di due mesi dimezzandone le tariffe». Ieri la Commissione Affari sociali della Camera ha votato il capitolo della Finanziaria in materia di sanità ed ha bocciato l’emendamento presentato da Forza Italia e dall’Udc per abolire il ticket sulle visite al Pronto soccorso. «Ho fatto più volte presente – ha affermato il capogruppo di Forza Italia in Commissione, Domenico Di Virgilio – che si tratta di un ticket ingiusto, perché il cittadino non ha le competenze per autodiagnosticare se il sintomo che lo colpisce è lieve o grave. Per lui rivolgersi al Pronto soccorso non è certamente un divertimento, anche perché sul territorio, specialmente nel fine settimana, non esiste ancora un’alternativa al Pronto soccorso». Il prossimo vademecum in materia di sanità del Governo consiglierà ai cittadini di evitare di ammalarsi nei giorni festivi: dal lunedì al venerdì sarà meglio rivolgersi al medico di famiglia e possibilmente sentirsi male negli orari di visita. Solo così si risparmieranno 23 euro, una tassa in più che, per chi ne avesse, fa davvero passare la voglia di andare al Pronto soccorso