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…E SOLITAMENTE LO FACEVO IL POMERIGGIO PRIMA

…e solitamente lo facevo il pomeriggio prima. Invece di un calzino o un calzettone, io usavo una babbuccia piuttosto capiente. Sapete il calzino va a diretto contatto con il piede, la babbuccia invece va sopra il calzino e la usavo solo per andare al letto.

Mia zia ha sempre avuto le cioccolate e caramelle più buone, erano quelle che vedevi alla pubblicità non le imitazioni. Lasciavo lì la mia babbuccia e poi tornavo a casa mia. Andavo spedito nella camera da letto dei miei per vedere se era già tutto pronto.
Mia madre mi raccontava che nei tempi che furono si faceva un vero e proprio altarino. Sul comò trovavo l’»immaginetta» della nonna paterna e del nonno materno che non avevo conosciuto, quella della nonna materna che avevo ben in mente e quella di un mio cugino giovane che era lì per un incidente stradale. Queste erano a mo’ di libricino e quindi aperte si tenevano tese, davanti a loro un lumino di cera, di quelli piccoli. La notte chiedevo ai miei se potevo dormire con loro, ero curioso di dormire con quella luce rossastra che dondolava, quasi mi volesse cullare. Non c’era niente di macabro o noir, erano i miei parenti e durante la notte mi avrebbero riempito la babbuccia di cose buone. Infatti, il due novembre di buon mattino ritornavo a casa di zia per vedere quei cari defunti che cosa avevano messo nella babbuccia durante la notte. Ricordo i commenti dei vicini: «Le ddutt vacant e t’ la purt chién». Anche se mi era chiaro che mia zia pensava a tutto, a me piaceva pensare che fossero stati quei cari delle foto che mamma metteva sul comò. Non sono mai stato un vero conservatore, o forse sì.
Sta di fatto che già nei primi anni di scuola (gli anni settanta) mi dava fastidio vedere le calze confezionate appese nei bar chioschi, erano tutte colorate, piene, anche più grande della mia babbuccia; ma tutte uguali come se tutti avessero la stessa zia.
Adesso non vedo più neanche quelle calze preconfezionate, forse qualcuna nascosta dalle tante zucche di Halloween con la sua parata di streghe e mostri. Il lumino sul comò neanche a parlarne, se mi capita di non dormire solo, lei chissà come reagirebbe. Ai miei nipoti cinque euro o una ricarica telefonica.
Mi chiedo che cosa ha fatto cambiare certi momenti. Halloween l’ho fatto una volta anch’io, negli Stati Uniti. E’ molto divertente, lì negli Stati Uniti. Ma qui vorrei ancora qualcuno che mi racconti di quegli altarini e che mi riempia la babbuccia di cose dolci. Se c’è ancora qualcuno che ha voglia di raccontare, sa dove trovarmi.
sgaetano@ondaradio.info