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Ora è “legittimo” insultare il condomino maleducato.

Gli insulti ai condomini maleducati, anche a distanza di tempo, non sono un reato: lo ha stabilito la Corte di Cassazione che, con una sentenza, ha annullato la multa di 250 euro per ingiuria continuata inflitta ad una signora di Lanciano, in provincia di Chieti, che ormai esasperata dal cane lasciato libero di fare i suoi bisogni sul balcone, sporcando la biancheria stesa al piano di sotto, aveva insultato i vicini. La Corte ha deciso che «sussiste l’esimente quando la reazione è immediata», ma anche quando è conseguente ad un «accumulo di rancore per effetto di reiterati comportamenti ingiusti», ed un episodio scatena la rabbia dell’inquilino, insomma la “goccia che fa traboccare il vaso”. E mentre i cittadini si sentono legittimati ad insultare i loro vicini, un parroco di Roma è preoccupato per le continue liti condominiali e ha pensato bene di ritoccare il Vangelo. «Amerai il condomino tuo come te stesso»: don Sergio Mercanzin, direttore del centro Russia Ecumenica, ha deciso di apportare una piccola variazione al secondo comandamento di Gesù per far riflettere i fedeli durante la messa di oggi e fare autocoscienza. E se per una domenica l’omelia del parroco potrà far tornare la pace nei palazzi romani, c’è da sperare che l’armistizio sia duraturo e che da domani non tornino a volare le più o meno legittime parolacce.