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Don Gioacchino Strizzi: per Pasqua la nuova pavimentazione della cattedrale di Vieste

Con questi lavori si interverrà solo per la pavimentazione?

«Il lavoro fondamentale è sulla pavimentazione, per la sostituzione del cotto fiorentino, che non ci appartiene come dato culturale, con la pietra di Apricena poichè la Cattedrale sin dalle origini nasceva con questo tipo di elemento.

Non si interverrà solo sulla pavimentazione, che resta comunque il lavoro fondamentale, ma si andrà nel contempo a suturare quelle fessure che si sono venute a creare col tempo anche per quei movimenti sismici davvero minimi che talora non avvertiamo. Ci sarà anche una tinteggiatura di alcuni punti in cui c'è umidità. Saranno però interventi piuttosto ridotti vista l'esiguità delle risorse finanziarie».

Perché nel passato si fece quella scelta di usare il cotto fiorentino per il pavimento?

«Non dovrei essere io a rispondere perchè allora non ero ancora qui in Cattedrale. Penso, chiedendo anche al professor Ambrosi che seguì allora i lavori, dal 1976 al 1980, che sia stato un fatto di tipo culturale del momento. Forse perché in quel periodo andava per la maggior quel materiale. Su quella scelta potrebbe aver influito un po' forse anche il colore rosso che richiama il soffitto ligneo del '700. Non saprei dare una risposta, non c'ero, non vorrei giudicare. Credo però che fu una scelta inopportuna».

Per la nuova pavimentazione quale materiale sarà usato e con che disegno sarà posto in opera?

«Con il professor De Tommasi, con la ditta Volpe che esegue i lavori, d'intesa con il vescovo, abbiamo scelto la pietra di Apricena, un tipo di pietra però non levigato leggermente… noi diciamo "matto", cioè non lucido, che si addice un po' di più alla Cattedrale, alle colonne, alla muratura. Per quanto riguarda la posa in opera, stiamo studiando… certamente dovremo avere un grande fascione centrale che parte dall'inizio della porta e va verso il presbiterio con lastre quadrate di 80 cm., un fascione che da l'impressione di correre centralmente verso l'altare. Per quanto riguarda i laterali probabilmente useremo l'opus incertum, cioè quella posa in opera che ho visto a Lucera, dove mi sono recato, a Trani, a Troia, a Siponto, cioè sempre lastre di dimensioni grandi però diversificate… la grande con quella più piccola… e così via… una posa in opera che si definisce tecnicamente appunto ad opus incertum».

I Viestani sono ovviamente sono impazienti di vedere ultimata la nuova pavimentazione. Quando termineranno i lavori?

«Diciamo che il termine previsto dovrebbe essere la Pasqua 2007. Anch'io sono titubante… però sono molto da vicino, a contatto con l'ingegnere, l'architetto, la ditta, gli stessi operai, affinchè i tempi siano rispettati. Credo che a nostro favore giochino due fattori. Il primo è che i lavori di per sè non sono giganteschi. Il secondo è che, essendo fissato l'importo di spesa per le opere, dilatare i tempi porterebbe ad un aumento dei costi, fra cui ad esempio quello della manodopera, una situazione certamente non conveniente alla ditta. Possiamo dire perciò che nell'arco di quattro mesi… dicembre, gennaio, febbraio e marzo, termine ultimo, si dovrebbero concludere i lavori. Noi speriamo comunque nell'intercessione della Madonna di Merino che ora abbiamo posto nella cappelletta  di San  Giovanni».

Quale sarà il costo di questo intervento di pavimentazione?

«In questo caso l'intervento è stato attuato dalla Regione Puglia, non della Soprintendenza anche se questa ne segue i lavori, per un bene che è comunque di proprietà della Diocesi. Sono stati stanziati 413mila euro ma, togliendo le spese, i vari onorari, penso che l'importo da spendere si sia ridotto a circa 313mila euro. Con queste risorse si è ripulito il campanile nella parte alta, non in quella bassa che non è stata proprio toccata. Si sono rifatti alcuni conci, l'interno è stato ben stonacato ed intonacato. E' stata fatta una scala interna che era andata persa. Si sono posti i mattoni sulla navata destra e sinistra, con il reticolato, il massetto contro le infiltrazioni di umidità Il resto è ora destinato per la pavimentazione».

Quali altri lavori sarebbero ancora necessari per la Cattedrale? I problemi statici sono stati completamente risolti?

«Diciamo che il lavoro statico è stato ben fatto negli anni 1988-2000… per cui in quei dodici anni sono stati fatti, seppur saltuariamente, lavori statici per le colonne, per la parte più debole, la navata sinistra che è vuota. Circa la staticità non dovremmo avere nessun problema serio… Ho seguito passo passo le iniezioni di cemento, le barre di acciaio poste nelle murature, l'anima di acciaio in ogni colonna… tutto questo danno la staticità. E' ovvio che la Cattedrale ha un limite proprio strutturale: il fatto che la navata a sinistra quando si entra, non poggia su un basamento roccioso ma su una scarpata. Questo avere uno piede un po' sfalsato rispetto alla parte centrale ed a quella destra crea un movimento appena appena percettibile nei secoli. Poi, se arrivano altri tipi di sommovimenti… Da un punto statico stiamo tranquilli, così anche da quello architettonico. Ci sono comunque delle infiltrazioni di umidità che ogni tanto vengono fuori. Per il resto, si ha comunque a che fare con un monumento di mille anni che necessita ovviamente di manutenzione ordinaria».

In attesa della fine dei lavori, nella cappella di San Giovanni è stata portata la statua della Madonna di Merino. Quali novità ci sono per quel restauro di cui da tempo si discute?

«La statua della Madonna di Merino è l'unica che abbiamo portato nella cappella di San Giovanni, oltre al grande crocifisso ed al SS.Sacramento… quindi neanche quella del patrone San Giorgio o di altri santi, sia perchè qui rimarremo poco tempo, quattro mesi, e sia per problemi di spazio. Per quanto concerne il restauro delle statua lignea del '500 della Madonna di Merinp, si pensa di scuola napoletana, il problema viene discusso da noi sacerdoti con il Vescovo ed è esigenza di tutti… del popolo, dei visitatori, affinchè quel simulacro venga restaurato. Il Vescovo ha avocato a sé questo problema volendo contattare la Soprintendenza sia per la nostra statua di Merino che per l'icona della Madonna di Siponto, quindi contestualmente saranno restaurate entrambe… E' in attesa di qualche risposta. Penso che i tempi siano maturi perchè questo avvenga… però dire che sarà domani, dopodomani non è competenza mia. Dico però che il Vescovo ed il clero, sentendo anche le esigenze dei devoti, sono consci di un problema che deve essere affrontato quanto prima».                 

Antonio Troia