Menu Chiudi

“Chiara-MENTE”

Secondo alcune teorie dello sviluppo psicologico i primi 5 anni di vita sono molto importanti perché si forma la personalità di ciascuno di noi, e si formerebbe in modo irreversibile cioè: ciò che ci accade in quegli anni farà parte di noi per il resto della nostra vita. Prima di diventare adulti siamo bambini, ragazzini, adolescenti e durante ciascuna di queste fasi affrontiamo numerose sfide che, naturalmente, non siamo in grado di risolvere completamente!

Dalla nascita ai 2 anni circa dipendiamo totalmente da chi ci sta intorno per sopravvivere: «qualcosa» ci dona benessere e piacere quando abbiamo fame, sete, quando il nostro culetto rosa non è più tanto… rosa! Solo successivamente percepiamo che quel «qualcosa» che ci fa stare bene ma anche a volte meno bene è un «oggetto intero» e si chiama, per esempio, «mamma» o «papà».

Dai 3 ai 10 anni circa entrambi i genitori sono tutto per noi, sono i nostri eroi ma a questa considerazione si arriva con grande fatica. C’è infatti un periodo intorno ai 3-4 anni in cui la femminuccia desidererebbe il papà tutto per sé e quasi percepisce la mamma come un’intrusa e il maschietto vorrebbe la mamma tutta per sé senza doverla dividere col papà.

Poi, la bambina finisce per comprendere che non può non amare colei che l’accudisce, che le sta accanto continuamente, che le prepara la pappa, le canta la canzoncina preferita per dormire, che l’abbraccia facendola sentire al caldo e nel posto più sicuro che si possa immaginare; sopra ogni cosa, capisce che non può detestare quella donna che il «suo» papà ama quindi decide che è meglio volerle bene! Stessa cosa per il maschietto: non può eliminare «quel uomo» (il papà) dalla sua vita e da quella della mamma, perché mamma, la persona che lui più adora al mondo, gli vuole bene. Così decide che è meglio amarlo piuttosto che perdere l’affetto della «sua» mamma! In sintesi: una bambina per diventare e sentirsi donna e un bambino per diventare e sentirsi un uomo deve aver stima per il genitore del suo stesso sesso e deve però anche sentirsi da lui/lei amato e stimato e in più deve avere buone relazioni sociali con coetanei dello stesso sesso.  In linea generale, se tutto ciò si verifica, durante l’adolescenza accadrà che quella bambina, adesso adolescente di 14, 16 anni, che ama e si sente amata dalla propria mamma cercherà attenzioni e affetto in un individuo di sesso opposto al suo. Allo stesso modo, quel bambino, ora adolescente, che ama e si sente amato dal padre cercherà attenzioni e affetto in un individuo di sesso opposto al suo.

Questa premessa è indispensabile per comprendere l’omosessualità.

Per omosessualità s’intende l’attrazione sessuale di un individuo maschio o femmina per gli individui del suo stesso sesso.

Perché?

Nell’omosessuale non vi sono malformazioni né alterazioni ormonali e non vi è odio per il proprio corpo, per questo motivo l’omosessualità — due volte più frequente nei maschi che nella femmine — non va confusa né con l’ermafroditismo né con il transessualismo.

Le ipotesi sviluppate, elaborate negli anni per spiegare il comportamento omosessuale sono diverse ma le affronteremo nel dettaglio sul prossimo numero.

Michela Silvestri – psicologa