L’assessorato regionale al Turismo «dimentica» molte cose per promuoverne altre — La più sconcertante? Il portale nega l’obiettivo annunciato da Vendola alla Bit: la promozione di una dimensione unitaria del turismo regionale.
Per la Puglia il turismo rappresenta un settore portante per lo sviluppo economico, e per esso transitano anche molte delle speranze di uno sviluppo "sostenibile". Questo vale, a maggior ragione, per la provincia di Foggia e in particolare per il Gargano che, tra le diverse zone pugliesi, è quella più «pesante» dal punto di vista turistico, sia in termini di arrivi e di presenze, che di varietà dell'offerta. Nessun'altra area pugliese infatti (ma forse anche italiana, ed europea) può mettere in campo nello stesso tempo, una consolidata offerta di turismo tipicamente balneare, assieme ad altre integrative di tipo religioso (San Giovanni Rotondo, ma anche Monte S.Angelo) e naturalistico (il Parco Nazionale del Gargano). Senza parlare poi di quelle risorse culturali che stanno faticosamente costituendo l'ossatura di una sempre più promettente offerta di turismo culturale. Da tempo, in Capitanata, il terziario ed il turismo hanno superato l'agricoltura e l'industria, sia come valore aggiunto che per i livelli occupazionali. Insomma, con il turismo – in Capitanata e sul Gargano – non si può più scherzare, anche se, come abbiamo scritto più volte, l'impressione è che la nostra classe dirigente, le stesse istituzioni locali ancora non siano del tutto consapevoli delle importanti frontiere che si schiudono e della conseguente necessità di adoperarsi per tutelare e consolidare questo settore. Per tutto ciò avrebbe meritato una più approfondita considerazione la recente sortita del presidente della giunta regionale alla Bit di Milano. Non siamo del tutto d'accordo con quanti hanno accusato il governatore di una "baresità" che non si rintraccia nelle sue dichiarazioni ufficiali, tutte tese a promuovere una dimensione unitarie del turismo regionale. La tesi di Vendola è condivisibile, ma corre il rischio di restare qualcosa di astratto se non viene calata nella realtà pugliese. La nostra è una regione geograficamente lunga, orograficamente complessa, molto diversa anche dal punto di vista turistico. Se promuovere una dimensione unitaria del turismo pugliese significa un’immagine unitaria della Puglia siamo d’accordo. Assai meno se la presunta (e difficile da attuare, nella concretezza) "unitarietà" dovesse ridursi ad un premio alla Puglia centrale in quanto più facilmente raggiungibile, più competitiva dal punto di vista del sistema trasporti, che continua a rappresentare ancora il nodo più critico per le aree turisticamente più vocate della Puglia, come il Gargano ed il Salento. A dimostrare quanto sia difficile la promozione "unitaria" del turismo pugliese c'è il contestato spot girato da Alessandro Piva e presentato proprio per alla Bit di Milano. Il video è senza dubbio accattivante, ma "premia" eccessivamente Bari, a scapito del resto della Puglia. Per verificare l'attendibilità della scelta regionale, e soprattutto la sua coerenza con gli interventi e le politiche concrete dell'ente regionale in materiale di turismo, abbiamo sottoposto ad analisi quello che intende essere il "biglietto da visita" della Regione Puglia un materia di turismo: il portale turistico regionale, raggiungibile all'indirizzo web www.viaggiareinpuglia.it. La home page è ricca di riferimenti geografici alle province pugliesi. Le sole due aree che non vengono citate per nome sono, tuttavia, Foggia e Brindisi. L'intera nostra provincia è racchiusa in una delle sezioni del sito riservato al "territorio" con la denominazione Gargano, Isole e Daunia. Una scelta incontestabile, in quanto quello della diversità dei toponimi è un problema reale per la nostra provincia (che si chiama anche Daunia e Capitanata). Per quanto riguarda il Salento, è stata tuttavia utilizzata una denominazione ("Lecce e il Salento") che, in effetti, ha il pregio di collocare geograficamente il territorio di cui si parla. Le cose si complicano quando dalla home page si passa alle pagine interne. L'impressione diffusa è che il portale sia ancora in via di allestimento, tant'è vero che le immagini – salvo alcune che riguardano il capoluogo regionale – spesso non si riferiscono al bene che intendono promuovere. Ma è proprio dal punto di vista "politico" che il portale suscita non poche perplessità. L'assessorato ha inteso infatti caratterizzare ciascun territorio subregionale, perdendo di vista alla fine proprio quello che voleva essere l'obiettivo enunciato dal presidente Vendola: la promozione di una immagine, di una dimensione il più possibile unitaria del territorio regionale e della sua offerta turistica. Due esempi, su tutti. La pagina dedicata al "nuovo cinema pugliese", che getta anche qualche ombra di dubbio sull'appena avviata "Film Commission" e sulla capacità che tale fondazione regionale avrà di promuovere l'intero territorio regionale, senza privilegi di sorta. Ecco cosa riporta i portale regionale: "Il nuovo cinema pugliese Storie da riassaporare, da ricordare, da rivivere…. sequenze di film per un viaggio tra realtà e immaginazione in una location ideale: la Puglia! «. I viaggiatori che visitano il Salento possono immaginare di trovarsi sul set de "La Terra", dove masserie e case in pietra leccese hanno costituito la "naturale e radiante scenografia" del film di Rubini… Continuando il proprio viaggio lungo le strade del Salento, si può rivivere l'atmosfera creata da Edoardo Winspeare, che, nei suoi primi film "Pizzicata" e"Sangue vivo", ha sognato e fatto sognare al ritmo della pizzica e della taranta. Contribuiscono al fascino dei film di Winspeare le musiche di Pino Zimba e degli «Officina Zoè», artisti che d'estate si esibiscono in provincia di Lecce e nei paesi della Grecìa Salentina in occasione delle feste popolari e della manifestazione della "La notte della Taranta". Ma il viaggio nel cinema pugliese va oltre i confini del Salento: Winspeare ha ambientato il suo ultimo film "Il Miracolo" nella Taranto "attraversata" dal rito della Settimana Santa. A sua volta, Lina Wertmuller scelse come location per il suo film d'esordio ("I Basilischi") un paesaggio al confine tra la Puglia e la Basilicata. Questo itinerario cinematografico non può che concludersi con un tuffo nel passato, grazie a "Il viaggio della sposa" di Rubini. Ambientato nel `600, il film racconta, con la poesia del dialetto, una storia "a cui fanno da straordinaria scenografia paesaggi incantati e favolosi che evocano la bellezza delle terre pugliesi". Non vogliamo entrare nel merito dei film segnalati nella pagina (comunque curiosa la mancata citazione di Alessandro Piva, che con «Mio Cognato» e la «Capagira» resta comunque il cineasta pugliese che ha avuto i riscontri più positivi a livello di botteghino) ma la pagina dà una chiara indicazione dei "rischi" che la provincia di Foggia corre. Che vi sia una particolare predilezione della redazione del portale è confermato anche dall'altro richiamo, nella home page, della "pizzica e della taranta". Ignorato il «Carpino Folk Festival». Le scelte ricomprese nella home page sotto la voce "Speciale Puglia" sembrano più orientate ad escludere, che non a promuovere. Oltre alle due citate, figura una terza sui parchi letterari. Manco a dirlo, Foggia e il Gargano sono fuori. Con tutto il rispetto al cinema, alla letteratura, alla pizzica ed alla tarante, non sarebbe stato per esempio il caso di inserire una voce riservata a Padre Pio? Ma la Capitanata resta fuori da ciò che pure dovrebbe rappresentare il tratto fondante della sua identità storica, la sua identità federiciana. Per la redazione del portale turistico regionale, la "Puglia Imperiale" si ferma nei pressi dell'Ofanto. Ecco cosa scrivono: "Puglia Imperiale è l'area geografica che comprende i comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Margherita di Savoia, Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola, Trani, Trinitapoli ed è situata tra le province di Foggia e di Bari. Se si attraversa questo territorio lungo la sua costa lunga più di 40 km ci si imbatte in città con i borghi medievali perfettamente conservati e dai cui porti anticamente si imbarcavano gli eserciti diretti in Terrasanta o partivano merci dirette nei maggiori porti del Mediterraneo. Anche attraversando l'entroterra, dall'altopiano delle Murge fino alla costa Adriatica, si ha la sensazione di ripercorrere la storia di questa terra ricca di testimonianze, cattedrali, castelli e bellissime campagne".
Criteri discriminanti (o semplicemente scarsa informazione) caratterizzano anche una voce nevralgica in tutti i portali turistici: quella riservata al "come arrivare". Nella voce "aeroporti" figurano soltanto quelli di Bari Palese e di Brindisi mentre l'aeroporto «Gino Lisa» è allegramente dimenticato. Altrettanto dicasi per la voce porti (chi volesse raggiungere le Tremiti come fa?). Ignorati i porti di Manfredonia e Vieste. Per non parlare delle molte sottovoci della home page: sotto la voce Castelli e Torri sono compresi soltanto cinque. Se è questa la modalità con cui da parte della Regione e dell'Assessorato regionale al turismo si intende promuovere la dimensione unitaria del turismo pugliese, per la provincia di Foggia e in particolare per il nostro Gargano c'è davvero poco di cui rallegrarsi.