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IL RAGLIO DEGLI ASINI

Non sono gli ultimi in matematica

Che l’Università sia deputata per eccellenza alla formazione della cultura è cosa nota, ma ci arrovella il dubbio che Foggia, in mancanza di una facoltà di matematica, qualcosa non quadri in questa asserzione. Prendiamo ad esempio le dichiarazioni del rettore “magnifico” Muscio, esternate durante la conferenza stampa da lui convocata per sbaraccare alfine l’IRIIP dalla sua sede naturale e per farvi altre aule universitarie nelle stalle. Il rettore ha detto che “per 10 cavalli non si può impedire lo sviluppo della facoltà di economia”. Ma i cavalli sono ben 100 e non 10. Gli asini, che pur sono presenti nell’IRIIP, in numero elevato, seppur ignorati dal rettore, ragliano felici di non essere gli ultimi in matematica. Di più, la Regione, considerando che non ci sono aule per nessuna facoltà qui presente, ha offerto all’Università foggiana, 5 ettari e 5 milioni di euro, appena 20 metri dietro l’Ippodromo, per edificare la cittadella universitaria che manca alla città. Invece di essere felice di entrare in possesso di 50.000 metri quadri edificabili, da destinare interamente agli studi, il Rettore si dichiara contrariato, fa causa alla Regione e insiste nel voler distruggere l’IRIIP per entrare in possesso dei suoi miseri 2.500 metri quadri edificati da stalle da convertire in aule. Stai a vedere che oltre il deficit in matematica ve ne sia anche uno in economia? Il suo argomento è che, poiché c’era un accordo di programma per mandare l’IRIIP a Castelluccio, l’accordo deve essere rispettato. Dimentica il rettore che, passati più di 10 anni, e non essendo state rispettate le condizioni dell’accordo che prevedeva la costruzione di una nuova sede IRIIP a Castelluccio, l’accordo è decaduto, a tutto vantaggio dei cavalli che hanno il pieno diritto di restare a Foggia per deliziare, anche con l’ippoterapia i foggiani. Il rettore dice ancora che “ è tutta colpa di 10 cavalieri della domenica ”. Ebbene, i cavalieri qui sono 1.000, “ahi ahi la matematica, rettore” e cavalli e cavalieri appartengono alla nostra cultura e tradizione equestre e si inserirebbero perfettamente nel parco urbano polivalente cui sono destinati i 20 ettari dell’ippodromo, che può diventare il migliore parco verde, equestre ed archeologico del Sud, facendo scendere la temperatura estiva di alcuni gradi in città e facendo salire di alcuni punti la ricchezza cittadina. Allora perché Muscio, Ciliberti, Stallone e Di Carlo, sfoderando anche risibili questioni igienico-sanitarie, insistono? Stai a vedere che vogliono distruggere il nostro “luogo dell’anima” per via di quella variante al piano regolatore che parla di “edificare nel Parco dell’ippodromo strutture terziario-direzionali?“ vale a dire nuovi palazzi per servizi universitari ed abitazioni residenziali su un’area verde ed archeologica? Stai a vedere che non è poi tanto vero che i nostri magnifici quattro sono asini in matematica ed economia e forse gli asini siamo noi che continuiamo a sognare un parco vero per la città? 

Raffaele Vescera

Fonte: l'Attacco