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Provincia: crepe (ed urla) nella maggioranza

L’opposizione abbandona l’aula in segno di protesta e ribattezza l’ "Ognissanti furioso"

Poteva sembrare un consiglio provinciale come un altro, quello di oggi, ma l’“Ognissanti furioso”, come è stato definito dai consiglieri di opposizione l’esponente della Margherita, si è abbattuto su Stallone e la sua giunta come un temporale estivo in piena regola. Tutto è iniziato dopo l’approvazione del primo punto all’ordine del giorno, riguardante i verbali delle sedute precedenti. Un attimo prima che l’assessore al bilancio, Nicola Tavaglione, potesse pronunciare la sua relazione riguardo ai bilanci consuntivi 2006, il consigliere della Margherita è intervenuto chiedendo una sospensione dell’assise ed una riunione della maggioranza per “discutere del rapporto interno” alla stessa. Sospensione votata ed accordata. Così, mentre nell’aula restavano i rappresentanti dell’opposizione di centro-destra e pochi addetti ai lavori, Stallone ed i suoi uomini si riunivano in quello che, a giudicare dai toni di voce “leggermente elevati” udibili dall’aula, non è stato proprio un confronto dei più pacati e sereni. Intanto in aula iniziava una sorta di toto scommesse sulle motivazioni della riunione della maggioranza. Varie le ipotesi avanzate dai consiglieri della minoranza. Tra le più “gettonate” quella relativa a tensioni dovute alle dichiarazioni dello stesso presidente Stallone che, nei giorni scorsi, ha manifestato la volontà di ricandidarsi alle prossime elezioni provinciali. Questo, sempre secondo le interpretazioni dell’opposizione, non avrebbe attirato i favori di quanti, all’interno del centro-sinistra di Palazzo Dogana, avrebbero voluto vedere un manfredoniano (due i nomi venuti fuori da “voci di corridoio”: Prencipe e Campo) seduto sulla poltrona di Stallone.
Dopo circa un’ora l’assise ha ripreso dal punto in cui era stata interrotta, ma i colpi di scena non finivano. Se la versione più o meno ufficiale vuole che le crepe all’interno della maggioranza siano dovute a problemi tra la “base” dei consiglieri, l’esecutivo e la presidenza, gli esponenti dell’opposizione hanno continuato a battere la strada del contrasto dovuto alle candidature ed a parlare di “conflitti in casa manfredoniana”. Il consigliere Udc, Angelo Cera, ha lanciato precise accuse agli “onnipotenti di Manfredonia che vorrebbero la loro città come centro della politica dell’intera Capitanata”.
L’ “Ognissanti furioso” intanto non si placava ed incrociava le armi con il presidente Stallone scambiando con questo battute acide su probabili “colpi di sole ed influenze dell’eccessivo caldo sul modo di ragionare”.
L’assise, però, non si è fermata, anche davanti alla richiesta avanzata dal consigliere Udc Bruno Longo di rinviare i restanti punti data l’ora (quasi le 14 ndr) e la mancanza di serenità necessaria a poter discutere dei bilanci consuntivi in maniera pacata. La richiesta è stata respinta e la minoranza ha abbandonato l’aula in segno di protesta. Non è mancato però il numero legale, dato che erano presenti ancora 20 consiglieri, e tutti i punti all’ordine del giorno sono stati approvati.
Ora restano dubbi sulle vere motivazioni delle crepe all’interno della maggioranza di Palazzo Dogana, dubbi che verranno affrontati venerdì quando questa si riunirà per discutere e cercare di appianare le divergenze manifestate oggi. Intanto domani l’opposizione di centro-destra dovrebbe tenere una conferenza stampa per esporre il proprio punto di vista su quello che minaccia di diventare (nel peggiore degli scenari) un caso di ammutinamento degli uomini di "capitan" Stallone in vista delle prossime elezioni.