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Tessere “false” nella Margherita Espulso il presidente provinciale Ricci

Alla viglia del vertice tra le forze politiche rappresentate in Giunta ed il sindaco Orazio Ciliberti – dal quale si attende l’accordo che dovrebbe portare alla chiusura della crisi – nella Margherita foggiana esplode una «grana» destinata con ogni probabilità ad avere conseguenze non indifferenti sulla tenuta interna del partito e sul rapporto tra questo e gli alleati di schieramento. Lo scorso 9 febbraio (dopo aver effettuato convocazioni, esaminato e discusso atti, nelle sedute del 25 ottobre 2006, 7 novembre 2006, 14 novembre 2006, 28 novembre 2006, 29 gennaio 2007, 30 gennaio 2007 e 9 febbraio 2007) il Collegio federale dei probiviri dei Dl ha espulso dal partito il presidente provinciale Michele Ricci. Un provvedimento figlio della vasta azione di monitoraggio dei tesseramenti, con particolare riferimento a quelli del 2005, avviato dopo le polemiche seguite alle denunce di cittadini che riferivano di essersi ritrovati iscritti al partito di Francesco Rutelli senza mai averne fatto richiesta. Controlli che hanno riguardato complessivamente la condotta di centodue iscritti, nella loro veste di portavoce dei circoli oggetto degli accertamenti. Due i circoli foggiani finiti nella lente di ingrandimento del Collegio dei probiviri: «La discussione», di cui è portavoce proprio Ricci, e «La divina commedia» di Amato Nunziante. In quest’ultimo caso, i probiviri hanno deliberato un «supplemento istruttorio con relative nuove convocazioni». Nella fattispecie riguardante Michele Ricci, invece, il Collegio ha accertato «oltre ogni ragionevole dubbio» l’iscrizione «di cittadini non consapevoli di ciò». «Si è trattato di un errore – commenta Ricci –. È rientrato tutto ed attendo la deliberazione formale del mio reintegro». La questione, dunque, è assai complessa. Così come complessi e tortuosi appaiono i retroscena di una guerra intestina che sta da mesi dilaniando il partito a petali. Se il provvedimento di espulsione porta la data del 9 febbraio, perché la notizia è stata divulgata soltanto oggi? «A questa domanda non so francamente rispondere – afferma il consigliere comunale Antonio Paglia –. Quello che posso dire, Statuto alla mano, è che i deliberati del Collegio dei probiviri nazionale sono inappellabili». Una tesi condivisa soltanto parzialmente dal coordinatore provinciale Gaetano Prencipe. «Ufficialmente è così – spiega Prencipe –, ma questo non significa che non possa essere richiesta una loro revisione in presenza di nuovi elementi. Il coordinamento provinciale all’unanimità mi ha conferito il mandato di sollecitare una revisione del provvedimento di espulsione, sulla base della documentazione prodotta da Ricci. I tempi, tuttavia, sono lunghi soprattutto perché dopo l’ultimo congresso nazionale non è stato formato il nuovo Collegio che dovrebbe prendere in esame questa richiesta». Le tessere «incriminate» dovrebbero essere due, rispetto alle quali i Dl avrebbero ricevuto una formale lettera di protesta da parte degli inconsapevoli iscritti. «Quelle persone – prosegue Prencipe – hanno dichiarato di non aver mai scritto al partito. A scrivere sarebbe stato uno dei loro figli, simpatizzante di Alleanza Nazionale». In attesa del formale reintegro, però, Ricci continuerebbe a partecipare alle riunioni degli organismi dirigenti nella sua qualità di presidente provinciale, carica conferitagli nel congresso del marzo scorso e che l’ex esponente dell’Udeur ricoprirebbe oggi – a norma di Statuto – senza più averne titolo. Ma le conseguenze dell’espulsione potrebbero essere ben più «pesanti», come ipotizza Paglia: «Non mi sento di escludere che la deliberazione dei probiviri possa mettere in discussione l’esito stesso del congresso, dal momento che il tesseramento rispetto al quale abbiamo rinnovato gli organismi dirigenti è appunto quello del 2005».