Menu Chiudi

Carpino Folk Festival

La giornata del 9 Agosto 2007

…. il nostro viaggio attraverso le regioni italiane: Molise, Puglia e Toscana

 

Un’altra serata musicale del Carpino Folk Festival ha preso forma in Piazza del Popolo questa sera 9 agosto ’07 ritornando a donare vita al centro storico di Carpino, cuore musicale pulsante del Gargano.

Ogni sera da qualche giorno a questa parte la direzione artistica ci offre a raffica come un torrente inarrestabile una serie di artisti e di gruppi musicali che ci sembra davvero infinita. Riusciremo a riabituarci alla monotonia quando purtroppo dal 12 agosto, terminata questa XII edizione, ognuno di noi riprenderà la solita vita di sempre?

Questa sera Luciano Castelluccia (che ci sta abituando troppo bene!) ci ha proposto l’esperienza di altri tre gruppi molto rappresentativi del panorama musicale tradizionale e folk italiano: i molisani Giuseppe “spedino” Moffa & Co.mpari, gli Uaragnaun col grande Riccando Tesi e i toscani di La banda improvvisa con i pugliesi di Antidotum Tarantulae.

 

A tenere banco è stato per primo ‘spedino’ che ha saputo molto bene far interagire i suoni della zampogna con ritmi più lenti e raffinati, alternando il suono aspro ed arcaico dello strumento pastorale per eccellenza con suoni d’orchestra che l’hanno saputa accogliere e valorizzare al punto giusto. Buona l’integrazione della sua esibizione col popolo carpinese al quale spesso ha fatto compiaciuto e divertito riferimento.

Il punto più alto lo ha però raggiunto quando ci ha proposto una bella tarantella molisana, l’unica, ci ha confessato, che è riuscito a recuperare finora nelle sue terre: sul ritmo di questa tarantella infatti la voce del tamburellista del gruppo ha innestato, in onore alla tradizione orale carpinese, le parole di Sei ragazzetta di quattordici anni. A seguire una serie di cunti tradizionali molisani accompagnati dalla musica e per concludere ancora la zampogna resa vera e propria protagonista di una ‘orchestra’.

 

Gli Uaragnaun si sono invece distinti per la perfezione e la professionalità delle esecuzioni musicali e canore in special modo della voce profonda, calda e davvero ‘popolare’ di Maria Moramarco.

Di particolare intensità si sono rivelati gli stornelli, come spiega la Moramarco, “di una donna addolorata a causa della partenza del suo ninno per la guerra”, interpretati nel modo del lamento e riproposti con toni arabeggianti e al ritmo di jambé.

Se a volte forse a tratti ha insistito un eccessivo ritmo battuto, la chiusura con un ottimo pezzo di zampogna ha lasciato un bel ricordo qui a Carpino della testimonianza del gruppo di ricerca e di riproposizione musicale dei suoni e canti dell’Alta Murgia barese.

 

È con la Banda improvvisa che si chiude la serata: una vera e propria esilarante e divertita esplosione vulcanica attraverso cui Orio Odori ci dimostra come da una formazione bandistica può venir fuori una tessitura musicale scherzosamente barocca la cui musica si propone, così esuberante, sinergicamente intrecciata ai suoi strumenti ed ai suoi numerosi interpreti che ieri hanno simpaticamente ‘affollato’ il palco.

È seguito poi dapprima un pezzo dedicato a Carpino e in seguito la voce degli Antidotum Tarantulae ha intonato, accompagnata dalla Banda, una reinterpretazione della famigerata invocazione salentina a S. Paolo di Galatina, a cui ha fatto seguito una bella tarantella.

Infine anche da loro un omaggio alla tradizione carpinese nella riproposizione del sonetto Accome héija fa’ pi ama’ sta donne, tutto sommato ben fatto anche se la voce e la potenza di Andrea Sacco, anche se non più fisicamente tra noi, ci pare davvero ineguagliabile.

 

Amedeo Trezza