Menu Chiudi

Dopo le prime piogge ci si dimenticherà del Gargano andato in fumo?

 Nella sola Provincia di Foggia, il fuoco ha distrutto circa 5mila ettari di superficie boscata. Il rogo di Peschici con i morti e la paura dei turi­sti in fuga ripresa dalle tele­camere, ha dato, a livello nazionale, il senso della di­struzione che è stata per­messa (non solo in Puglia) anche dall'incuria,

dalla scar­sa sorveglianza del territo­rio, della carenza di perso­nale e mezzi andi-incendio. Ora che sono arrivate le prime piog­ge, che speriamo abbiano almeno spento definitiva­mente la follia dei piroma­ni, chi si ricorderà più di Peschici, Vieste, Vico Del Gargano, Carpino, Mattinata e Monte SantAngelo, per restare in Capitanata e cita­re solo le zone più colpite? Per la serie: l'anno prossimo saremo punto e daccapo? Il catasto delle superfici bruciate servirà davvero a scorag­giare altre speculazioni? E il ministero riuscirà nel corso dei mesi freddi a riorganiz­zare il potenziamento dei vigili del fuoco che da trop­po tempo sono costretti a fare i salti mortali per copri­re doppi turni senza riceve­re gli straordinari e a sor­vegliare aree gigantesche rispetto alle effettive ed esi­gue potenzialità a disposi­zione? E quest'inverno, che ne sarà di questi territori che hanno perso l'unica vera barriera contro il dissesto idrogeologico? Dopo un incendio, la piog­gia incontra meno ostacoli e dunque tende a defluire con maggiore vigore e peri­colosità. Questo succede per­ché da un lato diminuisce la permeabilità del suolo (quan­do brucia, il materiale vege­tale crea sostanze che, a causa delle alte temperature, pene­trano nel suolo sotto forma di gas. Una volta arrivato ne­gli strati più freddi, si soli­difica formando pellicole ce­rose che risultano imper­meabili all'acqua) e dall'al­tro l'assenza di radici pro­voca l'erosione dei suoli. Questo significa che ai primi acquazzoni l'effetto alluvio­ne è una possibilità non trop­po remota. Inoltre, dai dati emersi da un monitoraggio del Corpo Forestale dello Stato, risulta che le fiamme oltre a distruggere un enor­me patrimonio naturalisti­co, hanno creato ingenti danni alla zootecnia: sugli ettari bruciati il bestiame non potrà pascolare. Ovvero, non si pensi che archiviata la sta­gione degli incendi ci si possa dimenticare delle conseguenze ambientali dei roghi e degli ulteriori rischi che per molto tempo continuerà a correre il territorio garganico.