E’ la richiesta di Lipu e Wwf
«Se si vogliono davvero ricostituire le pinete distrutte dall'incendio della scorsa estate, oltre a fermare i boscaioli improvvisati che tagliano pini arrossati ma ancora vivi, è nell'immediato assolutamente necessario impedire, nelle aree percorse dal fuoco, l'abbattimento degli alberi, l'abbruciamento delle ramaglie residue e le operazioni di allontanamento e trasporto con mezzi meccanici delle piante eliminate. Occorre di conseguenza rigettare qualsiasi progetto, anche con finanziamenti pubblici, finalizzato a simili interventi». È la richiesta delle Sezioni di Foggia di LIPU e WWF, da tempo mobilitate a fianco dei cittadini nella campagna in difesa del Gargano, a tutti gli Organismi interessati quali l'Ente Parco, la Comunità montana, la Regione Puglia e i Comuni territorialmente interessati.«Diversamente», sottolineano le due Associazioni ambientaliste, «si pregiudica irrimediabilmente la capacità naturale che hanno i pini di rinnovarsi nelle aree percorse dagli incendi».I semi dei pini, infatti, escono dagli strobili (comunemente chiamati pigne) chiusi che si aprono per il calore dell'incendio. L'abbondante spargimento, grazie alla capacità dei semi di volteggiare con traiettorie a spirale, raggiunge anche zone molto distanti. I semi, inoltre, come recenti studi hanno dimostrato, non sono per nulla danneggiati dalle elevate temperature che si sviluppano nell'incendio. Tali studi (vedi ad esempio Palmieri, Leone, Saracino ) evidenziano che, invece, il rinnovo naturale delle pinete viene gravemente compromesso dalla rimozione sollecita degli alberi danneggiati dall'incendio. La presenza di piante adulte, benché morte; assicura, infatti, la produzione ed il rilascio dei semi anche dopo 18-24 mesi dall'incendio: una sorta di banca di semi, conservati negli strobili e rilasciati gradualmente nel tempo. Senza contare che l'eliminazione precoce delle piante bruciate determina la mancata protezione delle nuove piantine di pino dalla diretta e intensa radiazione solare, con conseguenze anche sulla stabilità idrogeologica. In definitiva, per questi ed altri motivi, osservano LIPU e WWF, gli studi effettuati indicano che il rinnovo delle pinete bruciate è favorito dal procrastinare nel tempo l'abbattimento delle piante morte. È necessario, pertanto, affermano LIPU e WWF, che gli interventi di ricostituzione dei boschi incendiati siano opportunamente pianificati da un team di esperti individuato dagli organismi preposti quali Ente Parco, Comunità montana, Regione Puglia. Sarebbe anche estremamente utile che, in tempi brevi, il team individuato fosse invitato, in una o più giornate di studio, per approfondire e discutere le nuove strategie di ricostituzione delle splendide pinete del Gargano