«Gargano, il bosco ricrescerà da solo, meglio puntare di più sui controlli, Questa affermazione suscita, per i non addetti, qualche perplessità.
L’ipotesi del -non intervento—, considerata la grande capacità di recupero spontaneo della fitocenosi mediterranea va valutata sempre, anche perché previsto dalla legge che impone, con qualche deroga, nelle aree incendiate, tra l'altro, il divieto di rimboschimento, di interventi di ingegneria naturalistica, di pascolo. Il mancato intervento si basa sulla resilienza della vegetazione mediterranea, ossia sulla capacità di ricostituire l'assetto vegetazionale preesistente fincendio. Questa attitudine è bassa per le pinete, infatti la fitocenosi della macchia mediterranea si evolve con l'affermazione di specie sempreverdi, che hanno elevata capacità di riproduzione vegetativa quali Leccio, Fillirea e Lentisco, rispetto alle specie a riproduzione da seme qual è il pino. In situazioni di profondo degrado irreversibile del suolo si affermano specie regredite di vegetazione pioniera: gariga e cisti. Il ripristino di un ecosistema naturale, è un intervento difficoltoso non riconducibile a scelte codificabili e generalizzate né puo' essere abbandonato, o limitarsi ad interventi di prevenzione dagli incendi. Un approccio multidisciplinare è opportuno per definire «strategie» di recupero che tengano conto della evoluzione naturale e del fuoco come componente naturale dell'ecosistema mediterraneo. Il pericolo immediato è costituito dall'aumento del rischio idrogeologico, considerato che già tutta l'area garganica è a rischio idrogeologico elevato. La situazione è destinata verosimilmente a peggiorare, infatti i tempi di ritorno delle piogge critiche verificatesi negli ultimi dieci anni sono diminuiti ed è ridotto sensibilmente il,tempo di corrivazione, per cui il solo intervento idraulico sui canali per aumentare la velocità di deflusso delle acque, senza prevedere interventi estensivi diffusi di tipo idrogeologico è insufficiente. Il consolidamento dei pendii infatti, si raggiungerà nel tempo man mano che si affermeranno le specie legnose sempreverdi della macchia mediterranea che hanno una significativa capacità di ripresa vegetativa ed un sistema radicale sviluppato di gran lunga superiore alle pinete. Questa evoluzione ricostituirà l'ecosistema forestale, assecondando la fitocenosi dagli stadi iniziali con la transizione dal farbusteto al bosco naturale favorendo la ricolonizzazione degli habitat distrutti, la ricostituzione dei corridoi ecologici, il ripristino del soprassuolo per la tutela idrogeologica.Le associazioni ambientaliste, hanno denunciato nelle pinete percorse dal fuoco sul Gargano tagli tempestivi e furtivi di piante bruciate per cui la capacità di rinnovazione naturale, già bassa, si è ulteriormente ridotta e le condizioni per l'avvio della ricostituzione dell'ecosistema forestale naturale è stato compromesso; probabilmente « il non intervento» non è la strategia migliore da perseguire.
Antonio Ursitti
Consigliere Parco Nazionale Gargano
esperto Ministero Ambiente e
Docente Università Foggia
Facoltà Agraria