Menu Chiudi

Vieste-SPINA DIANA (FI): “HO FATTO RECEDERE CHI PONEVA PERSONALISMI”

Per Domenico Spina Diana «con l’elezione di Zaffarano si è conseguita l’azione del commissariamento di radicare il partito nel territorio, di creare delle ramificazioni del partito capaci di creare una dirigenza politica per il futuro» — «Per miglioare il consenso si deve inglobare anche la protesta se è il caso»

 

Come si è arrivati alla designazione di Zaffarano come coordinatore di Forza Italia e all'acclamazione all'unanimità?
«E' stato già rilevato che ci si è giunti attraverso un consenso unanime di tutte le anime del partito. In questi mesi di commissariamento mi ero posto un determinato obiettivo. Ovvero che Forza Italia crescesse sia come tesserati che come dirigenza politica, ma soprattutto avesse un coordinatore capace di radicare il partito nel territorio, di creare delle ramificazioni del partito e fosse capace di creare una dirigenza politica per il futuro. Questi erano gli obiettivi. Durante il percorso di tesseramento, di inclusione di tanti giovani nel partito, ho notato che vi erano alcune anime in Forza Italia che perseguivano concezioni del partito credo superate da tempo, che ponevano questioni di puro personalismo. Così ho invitato a recedere da questo tipo di concezioni del partito per aderire ad un discorso più ampio. Credo che questo percorso sia forse maturato fino alla fine e che tutti abbiano aderito a questa impostazione. Si può dire che è stato un percorso faticoso ma allo stesso tempo convincente. Oggi credo che non vi sia alcuno che possa controbattere con tesi contrarie o che possa pentirsi di aver compiuto insieme questo percorso ed aver conseguito questi obiettivi».
 

Quando nel corso del dibattito congressuale ha consigliato al sindaco Nobile di accettare anche le critiche cosa voleva significare?
«Volevo dire che per aumentare il consenso, un'Amministrazione condotta da un sindaco, per migliorare il consenso deve inglobare anche la protesta se è il caso, deve cioè sedimentare tutte le perplessità che possono nascere in una lunga conduzione amministrativa della città».
Quale deve essere dunque il ruolo di Forza Italia: cane da guardia dell'Amministrazione oppure…?
«Non esiste un ruolo di un partito che sia cane da guardia di un'Amministrazione, a meno che questa non sia di segno diverso. Il ruolo deve essere quello precipuo dei partiti, di sostenere cioè un'Amministrazione ed allo stesso tempo di potenziarla attraverso le proposte. Va tenuto presente che il ruolo fondamentale di un partito è quello di creare una classe dirigente».
Un direttivo che mescola volti vecchi e nuovi, come quello appena formato in Forza Italia, potrà far emergere una nuova classe dirigente per gli anni a venire?
«Sì, credo che abbiamo iniziato per la prima volta un discorso di Forza Italia davvero come partito. Abbiamo cioè mantenuto alcuni valori storici del partito ma abbiamo fortemente innovato introducendo persone che non si  erano mai avvicinate alla politica e che vogliono farla avendo passione. Noi riteniamo che la classe dirigente del futuro è quella che nasce dai partiti e non dalla società civile come amaramente abbiamo visto negli ultimi anni, non parlo del caso locale, ma di altre città dove sono state proposte soluzioni al di fuori dei partiti e poi ci sono stati forti pentimenti al riguardo».
Zaffarano ha una lunga esperienza politica, ma quale  primo passo gli consiglierebbe per sottolineare il cambiamento?
«Non credo di dover dare dei suggerimenti a Zaffarano. E' stato un ragazzo… perché nel 1993-1994 ho aperto a questi giovani le porte del governo della città ed in questo percorso ho seguito Zaffarano, come tanti altri, ho visto il grande livello di competenza e di maturità raggiunti.  Non credo che abbia bisogno di consigli ma, nel caso ne avesse, me li chiederebbe».
Zaffarano riuscirà a governare un direttivo che rischia di riportare quelle che sono state le divisioni precongressuali?
«Il problema fondamentale è stato risolto, quello di evitare che si facesse un direttivo senza ramificazioni, senza spiriti diversi, senza anime diverse. Queste ci saranno, ci sarà una dialettica, ci saranno forse anche momenti di contrapposizione, ma ben vengano per la crescita del partito».
Antonio Troia