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Valore aggiunto, Tremiti isole del tesoro

il comune arcipelago si conferma il più "ricco": 36mila euro pro capite contro 14mila della media puglieseDa una parte le Isole tremiti. Al capo opposto Grumo Appula. La classifica del valore aggiunto (inte­so come contributo alla formazio­ne del prodotto interno lordo) pro capite dei comuni pugliesi vede primeggiare anche nel 2006 – così come avvenuto nel 2oo5 -1'arcipe­lago foggiano. Con 35.989 euro ri­spetto ai 14.565 della media pu­gliese (fatto ioo l'indice della Pu­glia, le isole «quotano» 247) e ai 22.337 di quella italiana, le Tremiti si posizionano davanti a Modu­gno (31.405 euro), Lecce (28.543), Brindisi (23.719) e Taranto (23.719)­ Primeggiano, quindi, località tu­ristiche o a elevata concentrazione industriale e commerciale (in Basi­licata la speciale classifica è guida­ta da Melfi con 46.915 euro men­tre il Top del Mezzogiorno è il co­mune molisano di Pettoranello con 69.639 euro) mentre gli ultimi posti pugliesi sono occupati da tre comuni salentini (Diso, Bagnolo del Salento e Palmariggi, rispetti­vamente con 7.974 7.947 e 7.335 euro), uno tarantino (Statte con 7.399 euro) e uno barese (Grumo Appula con 7.083 euro). Il confronto tra le regioni meri­dionali posiziona la Puglia dietro Abruzzo (i7.84i euro), Sardegna (i7.444), Molise (16.ig6) e Basili­cata (i5.717). I dati – resi noti ieri a Roma dall'Osservatorio Regiona­le Banche-Imprese in collaborazio­ne con l'Istituto Guglielmo Taglia­carne- non riflettono in maniera inequivocabile il livello di benesse­re economico dei residenti nei va­ri comuni; per disporre di una va­lutazione più rispondente a tali fi­nalità si dovrebbe fare ricorso ai dati sul reddito disponibile delle famiglie. Ma l'indicazione di fon­do c'è. Il lavoro dell'Osservatorio esten­de la sua analisi al periodo 2ooi-2oo6. «In questo periodo – ha spiegato il presidente dell'Os­servatorio Michele Matarrese – il valore aggiunto complessivo ha via via ridotto la sua tendenza ascendente. Solo nel 2oo6, paralle­lamente allo sviluppo dell'occupa­zione, il valore aggiunto dell'inte­ra economia, trainato dal comples­so delle attività extragricole, ha po­tuto accrescersi in proporzione maggiore dell'inflazione (più 2,9%), essendosi attestato su un valore di 308.444 milioni di euro». «Più in generale – evidenzia il rapporto diffuso ieri – e sia pure con alcune eccezioni che confer­mano la regola, lo sviluppo del­l'economia meridionale sembra es­sere passato nelle mani dei due set­tori il cui peso, anche in termini di occupazione, eccede i normali pa­rametri di riferimento: l'industria delle costruzioni, prevalentemen­te rivolta al comparto dell'edilizia residenziale, e il settore dei servi­zi, solo in minima parte (per le atti – vità turistico – alberghiere) espo­sto alle opportunità offerte dagli scambi internazionali e dai relativi rapporti di competitività.