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La relazione del sindaco, Ersilia Nobile, sulla sicurezza a Vieste

Cari consiglieri e cari cittadini presenti o all’ascolto
ci ritroviamo in questa sala consiliare in seduta monotematica per trattare uno delle materie che stanno più a cuore alla nostra cittadinanza: lo stato della sicurezza a Vieste. Come ho avuto modo di ribadire in una lettera inviata ad un quotidiano, la sicurezza insieme all’occupazione ed alla sanità rappresenta un bene primario, verso il quale il cittadino manifesta la massima sensibilità e nei confronti del quale le istituzioni devono farsi carico di dare risposte importanti e concrete, dimostrandosi strenui difensori dello stato di diritto e della pacifica e civile convivenza fra noi tutti.Sono felice di aver riscontrato in Voi tutti, senza distinzione di appartenenza politica, una sensibilità comune ed appassionata su una questione così importante, che in quanto tale, merita certamente di essere trattata nella massima assise cittadina con il contributo della politica, ma anche della società civile in tutte le sue espressioni.

Come ben sapete da alcune settimane assistiamo nella nostra città ad una preoccupante recrudescenza di episodi di microcriminalità.

A cadenza quasi quotidiana, abbiamo appreso di rapine, scippi, furti, tentati furti, scassinamenti, perpetrati ai danni di appartamenti privati, di attività commerciali, di beni personali ed aziendali, della stessa incolumità fisica di taluni. Sono questi tutti episodi che hanno comprensibilmente sollevato sconcerto ed apprensione in larghissima parte della cittadinanza ed hanno altresì instillato in ognuno di noi un senso di crescente insicurezza ed inquietudine, che ci porta a valutare molte delle nostre azioni quotidiane con un sentimento di esasperata iperprotezione.

E’ comprensibile dunque che in questa atmosfera si sia sollevato un accorato appello da parte della cittadinanza a mobilitarsi, a fare qualcosa di concreto, a chiedere ad istituzioni e a forze dell’ordine di intervenire sollecitamente. Io credo che questa invocazione da parte dei cittadini non può e non deve cadere nel vuoto e restare inascoltata. Abbiamo il dovere –noi tutti, ognuno per propri ruoli e competenze- di farci carico di questa situazione e di dare risposte concrete, risposte che siano frutto di una volontà quanto più possibile condivisa, perché stiamo discutendo di un valore –la sicurezza- che è bene di tutti e che lo ribadisco ancora un volta non deve prestarsi a interpretazioni demagogiche di parte..

Credo che come rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere, non solo di approntare e di sollecitare gli opportuni interventi e strumenti, ma anche il compito di capire ed individuare le possibili cause di questi fenomeni microcriminosi, perché conoscerle a fondo ci aiuterà ad individuare con maggiore dovizia di particolari le politiche adatte a fronteggiarli.

Credo che un’analisi accorta deve necessariamente convenire che alla base di questi fenomeni non vi è solamente una causa, ma sono essi il frutto di un concorso di più cause di varia natura ed incidenza, tra loro anche concomitanti. Ecco perché data la loro oggettiva complessità sbaglierebbe al riguardo chi vorrebbe artatamente ricondurre alla responsabilità del solo Comune e dell’Amministrazione Comunale l’acuirsi più o meno periodico di questi fenomeni malavitosi.

E’ strumentale gridare, come ho letto e sentito da più parti, ad una presunta inadeguatezza delle politiche sociali locali, non fosse altro perché siamo stati e continuiamo ad essere tra i Comuni cosiddetti virtuosi in materia di spesa sociale, ovvero tra quelli che a tale comparto non hanno mai lesinato spese, interventi e progettualità.

Un altro aspetto da approfondire riguarda l’ opinione diffusa, che spesso sconfina nel luogo comune, di identificare una delle cause della microcriminalità con l’aumento dei flussi d’immigrazione. Anche a questo riguardo, non si può generalizzare. Tutt’al più si può criticare una legislazione statale spesso ambigua e intasata di eccessiva proceduralità burocratica, che quasi mai riesce ad allontanare definitivamente incalliti criminali stranieri dal nostro territorio. Sono i Comuni che hanno responsabilità quando gli stessi sono sottoposti ad un’onda d’urto immigratoria che  mette a serio rischio la tenuta di equilibri economici, sociali e culturali, la cui coesione vacilla di fronte ad un immigrazione indiscriminata? Lo dico senza accenti discriminatori e non volendo affatto sminuire il carattere di comunità di accoglienza e tolleranza –che tale deve restare- insito in noi viestani come paese di mare e località turistica.

Che dire poi di quei strabilianti meccanismi di legge per effetto dei quali si verifica l’incredibile perversione di procedure penali che consentono –lo abbiamo letto sconcertati sui giornali di questi giorni- ad un omicida motorizzato di 4 ragazzi di starsene comodamente ai domiciliari in un residence vista mare di San Benedetto del Tronto, a cui viene concesso il lusso di fare il testimonial pubblicitario con richieste di serate nei locali per 3mila euro a notte? I giornali e la televisione arrivano dappertutto. Credete che tutto questo non incide nel dilagare di un senso di avvertita impunità tra noi tutti?

Sono casi, questi che possono senz’altro spingere –senza tanti scrupoli- anche un giovane scapestrato dei nostri luoghi ad avventurarsi sulla strada della malavita!

Spiace rilevare, che in qualche intervento si tenda a circoscrivere alla sola responsabilità locale l’insorgenza di questi fenomeni. Mi spiace, perché vi è insita la tentazione di cavalcare un’ onda demagogica di coloritura politica, dalla quale tutti abbiamo da perdere.

Troppo semplice replicare a detta tentazione che questa è una delle poche elette amministrazioni comunali che al Ministero dell’Interno (non certo ad una oscura burocrazia minore!) ha invocato di propria iniziativa e si è avvalsa della facoltà prevista dall’art. 1 comma 439, della Legge Finanziaria del 2007 per il potenziamento dei servizi di polizia nel nostro territorio di competenza, accollandosi la relativa consistente spesa per l’incremento del servizio di controllo del territorio da parte della Tenenza dei Carabinieri di Vieste, nel corso di tutto il periodo estivo, con la dotazione di ulteriori 15 unità.

Troppo agevole, riscontrare –come documenta una testata economica di indiscussa oggettività quale è ITALIA OGGI edizione del 30 novembre scorso- che la legge finanziaria alla settima missione, contenuta nei 34 obiettivi strategici perseguiti nel 2008 con la spesa pubblica dal Ministero dell’economia guidato da Padoa Schioppa e denominata “Ordine Pubblico e Sicurezza”, sottrae ben 101milioni di euro in meno rispetto al passato esercizio. Ripeto 101 milioni di euro e la matematica, come sapete, non è un’opinione! Facendo emergere la triste constatazione che la spesa per l’ordine pubblico e la sicurezza rappresenta l’1,3% del totale di quanto spende complessivamente lo Stato. Lascio a Voi tutti, stimati consiglieri, le conclusioni del caso.

Ciò detto, non possiamo che auspicare fin dal nostro ambito una rivisitazione delle leggi e delle procedure penali in senso più rispettoso delle esigenze di chi rispetta lo stato di diritto. Se il cittadino si convince, che pur facendo il suo sacrosanto dovere di denunciare a chi di competenza e dunque confidando nella giustizia, a poco serve, e si ritrova dopo qualche settimana il delinquente libero di scorrazzare e di intimidirlo con rinnovata disinvoltura c’è poco da discutere e molto da tirare i remi in barca! Riflettiamo su questo profondamente!

Ma non è certamente un atteggiamento di rassegnazione –come ho avuto modo di suggerire pubblicamente- che deve caratterizzare l’approccio in materia, e ve lo suggerisce chi è stata anche direttamente colpita dalla dissennatezza delinquenziale. Io credo che da questa sede non può emergere un dibattito con scambio reciproco di accuse e controaccuse. Ho la pretesa che da questi scranni uno solo debba essere il messaggio alla cittadinanza ansiosa: NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE! REAGIREMO E VI PRENDEREMO! Noi tutti dunque abbiamo il dovere di dare –a chi vuole deliberatamente intimidirci- un segnale di reazione ferma ed inflessibile e testimoniare fiducia nelle istituzioni. Noi per primi dobbiamo dimostrarlo, altrimenti come possiamo chiederlo ai cittadini?

Non voglio sottacere qualche considerazione riguardo alle cause di natura economica, sociale e culturale alla base di questi fenomeni.

La nostra città, come sapete negli ultimi 10 anni ha mutato la sua morfologia economica. E’ cresciuto il turismo in misura esponenziale che ha colto anche l’occasione per ristrutturarsi e modernizzarsi, meno il terziario. Diminuita, e di molto pure, l’incidenza di pesca ed agricoltura. Tutto questo ha determinato delle conseguenze, in ordine alla distribuzione di redditi, alla dotazione di ricchezza mobiliare ed immobiliare ed al tasso di occupazione. Il dato saliente è che –come sovente accade in questi casi- non vi è una distribuzione uniforme del benessere, inteso secondo i parametri che ho citato. Permangono –nonostante una sostenuta spesa sociale da parte del Comune- sacche di malessere, nonché una disoccupazione che sta assumendo caratteri di estesa periodicità..

Assistiamo ad una dinamica economica che solo in un certo e sempre più definito periodo dell’anno viaggia a ritmo sostenuto garantendo un livello di occupazione soddisfacente. Nel restante periodo, definiamolo autunnale-invernale, l’economia e il motore occupazionale registrano preoccupanti segni di stagnazione, con effetti che nel lungo termine possono profilarsi recessivi. Fatto salvo, il comparto edilizio, gli altri settori languono sul fronte dei giorni/lavoro e forza/lavoro. E’ fuor di dubbio, che un tale fenomeno merita studio ed attenzione e deve impegnarci tutti, istituzioni ed associazioni di categorie produttive a calibrare opportune misure ed interventi per arginarlo e determinare una controtendenza. Al riguardo, pur se argomentato semplicisticamente, vi è un assunto di cui tutti dobbiamo renderci consapevoli: Chi nella nostra città sta bene economicamente, non può sentirsi soddisfatto se convive e continuerà a convivere con chi non sta in condizioni quantomeno accettabili. Il chiuso del proprio benessere, del proprio tornaconto economico, dei propri agi non può costituire per nessuno rifugio inespugnabile di tranquillità ed equilibrio sociali. Chi ha, deve porsi il problema di chi non ha, e deve domandarsi in che misura può contribuire con il proprio impegno, con la propria attività all’attenuazione di questo squilibrio. Riflettiamo anche su questo

Ulteriori brevi considerazioni desidero parteciparvele riguardo agli aspetti sociali e culturali del problema. Casi di cronaca diffusa, ci testimoniano di un malessere e di una inquietudine giovanile in preda ad una deformazione più o meno accentuata di valori di riferimento, di baricentri affettivi segnati da ambiti familiari lacerati o del tutto dissestati, di soggezione abituale ai miraggi di sostanze stupefacenti destabilizzanti l’equilibrio psico-fisico di molti adolescenti. A tutto questo la precarietà ricorrente di molte situazioni lavorative, aggiunge benzina sul fuoco, in un quadro già di per sè poco edificante. Anche in questo caso, rifuggo dalla tentazione di generalizzare, poiché sono fermamente convinta che abbiamo a Vieste giovani volenterosi, lavoratori, con famiglie orgogliosamente e dignitosamente sostenute che costituiscono la maggioranza riconosciuta. E’ evidente che a fronte di politiche sociali già caratterizzate da livelli di spesa sostenuti non mancheranno ulteriori sforzi ed una rinnovata ricognizione in bilancio di risorse aggiuntive da destinare alle voci del disagio sociale. Anche in questa direzione, però, chiamo a raccolta tutti: scuole, parrocchie, associazioni di categoria, mondo culturale ed economico devono rimeditare propri ruoli e funzioni in chiave sempre più inclusiva nei confronti di tutti.

Fatta questa doverosa premessa ritengo opportuno relazionarVi, prima di procedere alla lettura dell’Ordine del Giorno sottoposto all’approvazione di questo Consiglio, riguardo alle vicende istituzionali che hanno accompagnato l’acuirsi del fenomeno della microcriminalità a Vieste.

Alla luce degli episodi verificatasi, dopo gli opportuni e frequenti incontri con il Prefetto Dr. Alessandro Calvosa, che sento in questa sede di dover ringraziare solennemente non solo per la sensibilità complessiva riscontrata, ma anche per le espressioni di caloroso incoraggiamento che mi ha riservata all’indomani della pubblicazione della lettera aperta sul quotidiano L’ATTACCO. Mi ha fatto immensamente piacere che la Sua Illustre persona, mi abbia manifestato totale condivisione per il tenore del messaggio espresso in quello scritto.

Dicevo alla luce di quegli incontri, ho avuto reiterate e frequenti riunioni con i rappresentanti delle Forze dell’Ordine locali e comprensoriali culminate nel Comitato di Sicurezza, tenutosi in questa Residenza Municipale il 23 novembre scorso, presieduto dal Vice Questore dr. Bencivenga. In quella sede si è proceduto ad un ampia ed articolata disamina della situazione dei cui esiti operativi rendo testimonianza leggendovi ampi stralci del Verbale inoltrato al Sig. Questore di Foggia:

leggo testualmente:

“Il Sindaco di Vieste dopo aver rappresentato le problematiche sull’ordine e la sicurezza Pubblica nell’ambito del Comune di sua competenza ha evidenziato che negli ultimi tempi si sono verificate varie rapine e furti, tanto da destare allarme sociale tra i cittadini ed i commercianti.
            Lo scrivente, nel dare una completa disponibilità al Signor Sindaco per tutte le questioni relative all’Ordine e la Sicurezza  Pubblica inerente la Comunità di Vieste ha sollecitato tutti i partecipanti ad un comune sforzo operativo al fine di affrontare, le problematiche evidenziate dallo stesso Sindaco di Vieste.
            In particolare tutti i convenuti hanno manifestato la volontà di volersi impegnare in tal senso.
Il Dirigente del Commissariato di P,S.. di Manfredonia ha rappresentato che è indispensabile indire una riunione tecnica con tutti i commercianti ed i rappresentanti della loro categoria, Confcommercio Confesercenti e Commercianti ed in quella sede sensibilizzare l’installazione della video sorveglianza per riprendere eventuali episodi criminosi. Ha, inoltre, suggerito di  verificare l’impianto di video sorveglianza già esistente, gestito dal locale Comune. Ha, infine, sollecitato il contributo concreto ed operativo oltre che della capitaneria di porto anche quello degli istituti di Vigilanza.
                   
Il Comandante della Compagnia dei CC di Vico del Gargano e il Comandante Interinale della Tenenza CC di Vieste, hanno rappresentato che nonostante la Tenenza di Vieste abbia un organico di nr. 20 unità, riescono comunque ad assicurare una pattuglia h.24, spesso con l’ausilio della Compagnia di Vico del Gargano che invia una pattuglia del dipendente Nucleo Radio Mobile, in caso di necessità.

             Gli stessi vertici locali dell’Arma, hanno assicurato ,in relazione agli ultimi episodi criminosi, un’adeguata intensificazione dei servizi di controllo del territorio, coordinando il tutto con le altre pattuglie delle altre Forze di Polizia presenti in questo centro, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, tra cui anche i Vigili Urbani del luogo.

            Il Comandante dei Vigili Urbani ha dato la disponibilità di effettuare il controllo nei turni 08.00 – 14.00 e 14.00 – 21.00, servizio svolto nel centro abitato, con il coordinamento con le  Forze di Polizia del luogo, comunicando l’esito dei controlli effettuati durante il turno di servizio.

Il Vice Comandante della Sottosezione della Polizia Stradale di Vieste, ha rappresentato che con un organico di 17 unità, riesce a svolgere solo i servizi perlustrazione di strade extra urbane così imposto dai piani Compartimentali.

 Lo stesso, compatibilmente ai servizi compartimentali, chiederà superiormente a far presenziare più tempo possibile la pattuglia nel comune di Vieste effettuando il controllo del territorio, specificando che gli altri servizi specifici da espletare nel Comune di Vieste, dovranno essere disposti direttamente dalla Sezione Polstrada di Foggia.

Il rappresentante della Guardia di Finanza Luogo Tenente NANI’ Paolo ha rappresentato che per la Forza presente della sua Caserma di nr.18 unità, vengono effettuati i servizi di competenza, e per altri servizi dovranno essere disposti dal Comando Provinciale di Foggia”.

Credo che la lettura di questi stralci vi abbia fornito la ragionevole testimonianza di un quadro della situazione sottoposto ad un attento e più intenso e particolareggiato controllo da parte delle Forze dell’Ordine territoriali, e soprattutto denota la volontà di coinvolgere le categorie produttive in quella forma di tutela sempre più diffusa in ambiti comunali e metropolitani che è data dal ricorso alla tecnologia della videosorveglianza.
Io credo che l’acquisto anche in forma associata di impianti di telesorveglianza da parte degli esercenti sia uno strumento importante a tutela della sicurezza delle proprie aziende. Valuteremo, con il vaglio del bilancio, se il Comune potrà assicurare anche un contributo di incentivazione per favorirne la dotazione.

Come Comune stiamo rivisitando l’efficienza dell’impianto esistente e disponendo per l’ulteriore potenziamento dello stesso. In sostanza stiamo disponendo affinchè le inquadrature assicurate dalle telecamere siano a disposizione delle locali forze dell’Ordine per consentire loro un più capillare controllo dei punti nevralgici della nostra città.

Non aggiungo altro, pur potendo ulteriormente sviluppare quanto detto e cedo la parola al Sig. Vice-Sindaco per illustrare termini e contenuti della proposta di Ordine del Giorno che si sottopone all’approvazione dell’Onorevole Consiglio Comunale, oggi riunito:

Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Ersilia Nobile
Sindaco di Vieste