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Il vecchio “Adriatico”, faro della vita culturale di Vieste

Camillo Marchetti, storico gestore del cinema ricorda i tempi in cui "si concorreva con il Razionale di Vico del Gargano"Vieste era assieme a Vicodel Gargano un luogo deputato al cinema sin dagli esordi dell'arte cinematografica. Il vecchio cinema "Adriatico" era situato di fronte al faro e ha letteralmente illuminato la vita culturale della cittadi­na fino all'ottantatré, data in cui fu chiuso.Il signor Ca­millo Marchetti, gestore del cinemadal'48 al'57 e poidal '68 fino agli ultimi anni ri­corda con nostalgia i tempi in cui concorreva con il Ra­zionale di Vico del Gargano le battaglie peri film miglio­ri sulla scena cinematogra­fica nazionale. "Vieste ave­va ben tre cinema, l'Adriati­co, il Cineteatro Merino e un teatro arena all'aperto- ci racconta Marchetti- uno spazio, dove una volta c'era una vigna strappata alla sabbia per le visioni delle pellicole. Ha lavorato fino al '68, poi il luogo è stato pavi­mentato. Il cineteatro Meri­no, l'altro cinema di Vieste era un posto straordinario, un bellissimo locale. Nel'36 proiettò ff primo film sono­ro della zona. Fu un evento eccezionale per noi, che eravamo giovani, appassio­nati. Il cinema era uno svago impagabile. Aveva iniziato nel'21: era un teatrino con la cabina, ilpalcoscenico, tre fi­le di palchi e una piccola pla­tea. Ha ospitato, oltre ai film, le operette, il teatro dei bu­rattini e molto avanspetta­colo, la rivista. Mi sono da sempre occupato di cinema, l'Adriatico aveva un grande successo, ma anche il cine­ma all'aperto, le proiezioni estive. Abbiamo realizzato per anni un esercizio con­correnziale con Vico, anche se i due paesi sono distanti. La nostra è stata una gestio­ne lungimirante, che sapeva alternare le offerte. Ultima­mente ho curato un'arena, dal '93 al '99, chiamata Luci nella Roccia per l'ubicazione dello schermo in viale Euro­pa. L'amministrazione co­munale, da qualche tempo, intende recuperare lo spazio del cinema Adriatico- affer­ma con delusione Camillo Marchetti- per riqualificare quel contenitore culturale in senso teatrale, ma siamo an­cora lontani dai risultati rea­li.".
Antonella Soccio
l'Attacco