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Al lavoro per il “118” ma sottopagati. Insorgono i sindacati

L'inchiesta del Corriere del Mezzogiorno sui falsi vo­lontari delle associazioni pri­vate (1300 addetti sottopaga­ti e privi di ogni diritto), a supporto delle 127 postazio­ni del 118 della Puglia, ha provocato una forte reazio­ne nel sindacato confedera­le. Che definisce il fenome­no come «un caso di lavoro nero, nemmeno tanto ma­scherato, su cui la Regione Puglia deve prendere provve­dimenti».L'unanime giudi­zio è stato espresso dai tre se­gretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Domenico Pantaleo, Mary Rina e Aldo Pugliese, che puntano il dito sul gover­no regionale, assessore alla sanità in primis, quale unico responsabile di quanto acca­de nel sistema dell'emergen­za sanitaria pubblica dove la metà del personale impiega­to appartiene alle associazio­ni onlus convenzionate con le Asl. Un esercito di giovani disoccupati e pensionati, uo­mini e donne, impegnati per otto ore al giorno per com­pensi da fame (da venti a venticinque euro per turno), senza ferie, riposi o contribu­ti. «Dei veri lavoratori in ne­ro pagati dalla sanità pubbli­ca», accusano le parti socia­li. Per il segretario della Cgil, Pantaleo, il problema fatto emergere dal Corriere è noto da tempo ed è già oggetto di discussione nella categoria. «Va risolto con estrema ur­genza» afferma il sindacali­sta che individua nella Regio­ne Puglia l'unico interlocuto­re per un confronto risoluti­vo. «Esistono associazioni caritatevoli vere e società mascherate come tali – dice – che con il 118 fanno impre­sa sfruttando una forza lavo­ro senza diritti». Gli fa eco la segretaria di Cisl, Mary Rina che definisce il sistema dei volontari-soci come «un fe­nomeno assolutamente da condannare». Per la numero uno della Cisl, «bisogna dare dignità di lavoratori a tutti gli pseudo volontari delle va­rie associazioni impegnate con il sistema di emergenza sanitaria. Stabilita l’utilità del loro lavoro e la professio­nalità necessaria – aggiunge – devono essere tutti stabiliz­zati come qualsiasi precario della sanità». Di «stabilizza­zione dei lavoratori in nero delle ambulanze private» parla anche Aldo Pugliese. Il segretario regionale della Uil invita la Regione Puglia ad un maggiore controllo sulla gestione del personale im­piegato dalle onlus. «Biso­gna smascherare il sistema delle false adesioni di socio dei giovani condannati a sti­pendi di fame». Per Pugliese occorre dare ai soci delle onlus lo stesso status d'im­piego dei soci di cooperati­va».