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Pinto e Maratea si difendono dalle accuse

Hanno ribadito la loro innocenza negando di aver chiesto e ottenuto soldi dall’ingegnere per dare esecuzione ad un progetto europeo per portare sul Gargano internet senza fili. Lo hanno detto il presidente della comunità montana del gargano Nicola Pinto e l’assessore alla cultura dello stesso ente Giuseppe Maratea nel corso dell’interrogatorio davanti al gip del tribunale di Foggia che nei giorni scorsi ha disposto per i due gli arresti domiciliari con l’accusa di concussione.Gli indagati  sono stati interrogati alla presenza dei loro legali gli avvocati Michele Curtotti e Raul Pellegrini e al magistrato hanno ribadito la loro innocenza, sottolineando di non essere mai incontrati tante volte con l’ingegnere e soprattutto non si sono mai incontrati per ricevere del denaro dal professionista.
Inoltre gli indagati hanno anche evidenziato che molte delle accuse dei magistrati sono basate su dichiarazioni dei funzionari amministrativi  della comunità montana che avrebbero raccolto le confidenze dell’ingegnere. E proprio con i funzionari amministrativi, hanno sostenuto gli avvocati degli indagati, è in corso un contenzioso legale con la giunta della comunità montana presieduta da Pinto. Intanto sempre ieri i legali hanno presentato il ricorso al tribunale del Riesame di Bari per ottenere l’annullamento degli arresti domiciliari: le decisione dei giudici baresi  si conosceranno tra una decina di giorni.