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ETICHETTA TRASPARENTE PER L’OLIO DI OLIVA

La Cia Puglia: adesso il provvedimento va difeso in sede di UE.
Entrato in vigore il decreto che tutela dalle sofisticazioni. Da venerdì scorso è entrato definitivamente in vigore il decreto del Ministro delle Politiche, alimentari e forestali Paolo De Castro sull'obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate nell'olio vergine ed extravergine. Un provvedimento che tutela maggiormente dalle falsificazioni e dalle sofisticazioni l’olio di oliva “made in Italy” e, quindi, anche e soprattutto l’olio pugliese. La Puglia, infatti, si colloca in testa come prima regione italiana produttrice di olio di oliva con oltre 360 mila ettari coltivati, 60 milioni di piante e 9 milioni di giornate di lavoro impiegate. La produzione di olio pugliese rappresenta il 12% della produzione mondiale e circa il 40% di quella nazionale. Con il decreto predisposto dal Ministro De Castro verrà tutelato il nostro olio dall’assalto degli “agropirati”, e di conseguenza si valorizzerà il lavoro dei produttori pugliesi di olio, da sempre impegnati a garantire qualità, tipicità e sicurezza alimentare. Soddisfazione per l’emanazione di questo decreto viene espressa dalla Cia Puglia. “Un simile provvedimento lo riteniamo importante perché si spera possa impedire le falsificazioni e gli inganni ai consumatori, ai quali, in molti casi, gli è stato venduto come italiano olio, invece, proveniente da olive raccolte in altri paesi, come Grecia, Tunisia e Spagna – spiega il presidente regionale della Cia Antonio Barile -. Con questo provvedimento, dunque, si giunge a quella trasparenza più volte invocata dalla Cia, che garantirebbe sia i consumatori che i produttori”. Senza una etichetta chiara e trasparente il nostro oro giallo “made in Italy” ha subito, negli anni danni economici di notevole rilevanza, oltre che pesanti ripercussioni per l’immagine del prodotto sui mercati mondiali. Si calcola, infatti,che ogni anno un simile fenomeno ha provocato un danno superiore ai 650 milioni di euro. “Adesso la battaglia si deve spostare necessariamente a Bruxelles – conclude il presidente della Cia Puglia Barile -. Occorre impegnarsi a livello europeo per difendere il provvedimento, poiché è stato giudicato dalla Commissione Ue in contrasto con il regime della concorrenza. Su questo saremo impegnati per tutelare in tutte le sedi le peculiarità del nostro prodotto di qualità per eccellenza”.