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Comunità Montana, il sindaco di Rodi D’Anelli “c’è il rischio ingovernabilità”

Il sindaco Car­mine D'Anelli nella prima riunione utile del consiglio comunale proporrà l'uscita del Comune dalla Comunità montana del Gargano.Una decisione drastica, annunciata l'altro giorno a conclusione della riu­nione della massima assise cittadina, tra lo stupore e l'incredulità dei con­siglieri i quali, però, dopo le moti­vazioni date dal primo cittadino, hanno valutato positivamente la ventilata ri­chiesta di non far più parte di un organismo che. per il sindaco D'Anelli, è soltanto funzionale a quanti hanno interesse ad occupare spazi politici senza preoccuparsi di garantire alle comunità amministrate quei servizi per i quali sono nati gli enti montani. Prova ne è, secondo D'Anelli, che a tutt’oggi. nonostante il terremoto che c è stato in via Sant' Antonio Abate, a Monte Sant’Angelo, con gli arresti di ex presidente e assessore, si continua a far finta di niente e a continuare a lasciare l’ente in balia di se stesso, senza alcuna prospettiva; anzi, è prefigurabile che, da qui a giugno, quando si insedierà il nuovo consiglio comunale di San Gio­vanni Rotondo, non si muova proprio nulla e, quindi, a soffrirne sarà la stessa ordinaria amministrazione. E cosa dire poi del fatto che la stragrande mag­gioranza dei consigli comunali non ha ancora nominato i propri rappresen­tanti, visto che lo scorso 22 ottobre sono scaduti i cinque anni di legislatura della Comunità Montana? Si è continuato a discutere di ese­cutivo, senza aver alcuna linea di con­dotta; sono state avanzate candidature presidenziali come se fosse ancora il tempo di mettere mano al manuale Cencelli, quando invece, la situazione richiede decisioni coraggiose, nel senso che bisogna guardare avanti e fare fronte comune, per evitare che alla Regione arrivino segnali di ingover­nabilità. Vogliamo soltanto ricordare che la giunta regionale sta per decidere pro­prio del futuro della Comunità mon­tana del Gargano, per la quale, in prospettiva, potrebbe esserci una cura dimagrante, cioè, un forte ridimen­sionamento del numero dei Comuni (oggi ne sono ben tredici) che fanno parte dell'ente montano. D'Anelli aveva auspicato che ci fosse un azzeramento dell'attuale esecutivo e, subito dopo, l'assemblea consiliare poteva procedere all'elezione di una nuova giunta, per garantire stabilità all'ente e, nello stesso tempo, dare un segnale di forte coerenza; invece, è mancata la consapevolezza che per la Comunità montana del Gargano questo è il momento più buio della sua sto­ria. Tornando al Consiglio comunale di Rodi Garganico, c'è da aggiungere che si è proceduto alla sospensione del capogruppo di minoranza, Nicola Pinto (atto dovuto – ha spiegato D'Anelli- a seguito del provvedimento restrittivo della Procura di Foggia nei riguardi del consigliere), al suo posto, dopo la rinuncia del primo dei non eletti Ivano De Rosa) a sostituire Nicola Pinto è stato chiamato Matteo Ognissanti. Si sono aggiornati ad oggi giovedì 7 feb­braio in via Sant’Antonio Abate a Monte Sant'Angelo sede della Comunità Montana del Gargano quelli del centro sinistra, su tutti il Pd con Gino Vergura e Michele de Angelis e lo Sdi con Giuseppe Columpsi, per tentare la quadratura del cerchio in vista del varo (eventuale) del cosiddetto Gover­no Istituzionale. Dovranno dare rispo­ste concrete al centrodestra. sì o no, all'ipotesi di un esecutivo di salute pubblica dopo le incertezze e i ri­pensamenti dell'altro ieri, quando tra perplessità e tentennamenti. chiusure ma anche aperture avevano di fatto "congelato" l'operazione. quasi che la fase di emergenza che la Comunità Montana del Gargano sta vivendo in questi giorni (in seguito agli arresti del Presidente Nicola Pinto e dell'ex as­sessore Peppino Maratea dell'll gen­naio scorso per una storia di presunte tangenti) c'entrasse poco o nulla. Uno stop and go" incomprensibile dinanzi ad un ente che attende chiarezza per ripartire. E che aveva provocato la pronta reazione di D'Anelli dell'altro giorno, quando ha denunciato l'inten­zione di autoescludere il proprio Co­mune dall'ente montano perché "simili atteggiamenti dilatori sono poco re­sponsabili, irrispettosi dei cittadini e del momento critico che l'ente sta vi­vendo".