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Rogo Peschici risarcimenti persi per una pratica sbagliata

Certo che ricostruiranno ma lo faranno probabilmente a loro spese; ma tra i lavori che eseguiranno da queste parti prevederanno sicuramente an­che un monumento alla beffa, al danno mai risarcito per il rogo dell'estate scorsa, tre morti e 50 milioni di distruzione, famiglie evacuate e strutture distrutte.L'Ue non darà un solo centesimo. Tutta colpa di una pra­tica sbagliata, di richieste errate alla com­missione europea. Bocciati insomma non per mancanza di requisiti ma perchè la do­cumentazione è stata fatta male. <<Come presentarsi ad un concorso con i titolo in regola ma compilando male la do­manda». Mario Mauro, parlamentare eu­ropeo di origini foggiane, lo spiega così, il pasticciaccio dei mancati risarcimenti per il rogo di Peschici. «Guardi, io ho parlato con alcuni funzionari della commissione europea, mi hanno detto che le pratiche erano fatte proprio male, irricevibili. Ma questo è un dato che chiama in causa di­verse Regioni d'Italia».
E all'Ue nell'estensione della lettera che boccia Peschici e altre località ci sono anche le motivazioni del perchè sono state fatte male. Ma la cosa che più stupisce è che la comunicazione dell'Ue alla Protezione ci­vile è del 29 di ottobre 2007. «Dear mister Bertolaso…». Una lettera giunta presso la presidenza del consiglio. Nel caso della Pu­glia l'errore è nel computo delle dieci set­timane. Ed è presto spiegato: quando si ve­rifica un incendio ci sono dieci settimane per chiedere il rimborso. L'Italia ha uti­lizzato un numero di date errato, pensando che valesse l'ultima data. Nel caso della Puglia si è fatto riferimento ad una data chiave del 24 luglio 2007. Invece le settimane si contano dalle prima, ossia ad un altro incendio avvenuto il 4 giugno. Ecco l'errore. Ma stupisce il fatto che sicuramente da di­cembre scorso il governo italiano era a co­noscenza del rifiuto dell'Ue ai risarcimenti e non ha comunicato nulla. Cosa si possa fare adesso è davvero difficile immaginarlo. «Io ho telefonato a funzionari della com­missione Europea – incalza Mario Mauro – e questi mi hanno detto in maniera peren­toria che non esistono al momento strade alternative per ovviare al pasticcio italiano. Per quella tipologia di incendi avvenuti ogni contributo è perso. Non ci vedo alcuna trama politica, solo incapacità». Sotto accusa Regione, Protezione civile, presidenza del consiglio. Sbagliati gli adem­pimenti formali, la lettera. Nella risposta dell’Ue non si dice «non avevate i requisiti»; si prende atto solo del fatto che sono state violate le richieste esplicite del bando». E a Peschici e in altre zone del Gargano sale la rabbia, si ripensa a quanti fecero passerella in quei giorni successivi al rogo promettendo mari e monti in tempi brevi. Finora non si è visto un euro. Ieri in un convegno a Peschici gli animi erano in fiam­me e stavolta non per colpa di un piromane. Ma di un tradimento di Stato. Nessun in­tervento di rimboschimento e di ingegneria ambientale per cinque anni; vincolo di quindici anni della destinazione preesisten­te all'incendio; vincolo di dieci anni di ine­dificazione per Comuni sprovvisti di piano regolatore; divieto per dieci anni di pascolo e caccia. Il punto sul quale si voleva trovare una sintesi riguardava la possibilità di an­dare in deroga, appunto, a tali divieti. De­roghe che, se approvate, avrebbero consen­tito di poter accedere al fondo di solidarietà dell'Unione Europea, in quanto il territorio percorso dal fuoco risulta tra le aree che possono beneficiare, appunto europeo. Niente di tutto questo. Peschici piange per un pasticciaccio F: Raf­faele Fitto responabile di FI per il Mez­zogiorno commenta: <<L'ennesimo schiaffo al Sud e in particolare al Gargano, arriva dal governo Prodi per fortuna ormai sfiduciato e dimissionario, pare per una imperdona­bile sciatteria». Fitto è primo firmatario di una interrogazione alla presidenza del con­siglio e al ministro per l'Ambiente in re­lazione alla mancata utilizzazione di fondi europei per i danni degli incendi nel Gar­gano della scorsa estate. «Oggi scopriamo che Peschici e il Gargano – insiste Fitto – avrebbero perso quei fondi per un errore del governo italiano, della Protezione civile na­zionale e forse anche di quella regionale nella scrittura della domanda di accesso. Un fatto di una gravità assoluta. Chiederemo anche al governo – conclude Fitto – se ci sono ancora margini per poter chiedere all'Ue di correggere la domanda e riuscire quindi a far arrivare quei soldi».