Sulla "perdita" degli ormai famosi 61 milioni di emo di Peschici si è detto di tutto, ma in realtà quei fondi non sono mai stati disponibili, né lo sarebbero stati.
Il Regolamento che disciplina l'accesso al Fondo di solidarietà europeo è ben chiaro sulle regole da seguire. In breve: a) è fornito un aiuto straordinario d'emergenza ad uno Stato membro per il ripristino di infrastrutture pubbliche o di primo intervento in caso di grave calamità naturale, che determini danni diretti per almeno tre miliardi di euro o superiori allo o,6% del reddito nazionale lordo; b) sono ammesse eccezioni per calamità a carattere regionale che coinvolgano la gran parte della popolazione ,con un budget complessivo europeo annuo di 75 milioni di euro; c) non sono ammessi nel computo dei danni subiti quelli a titolo privato o relativi ad attività produttive, quelli di beni o strutture (pubbliche o private) assicurate o assicurabili, quelli derivanti da perdite indirette di reddito o produzione; d) le richieste vanno inoltrate dallo Stato membro entro 1o settimane dal verificarsi della catastrofe naturale. Per quanto concerne l'inammissibilità della domanda di aiuto per la Puglia, nell'Annual Management Plan 2008 della Direzione Politiche Regionali di Bruxelles a pagina 29, N capoverso, è dichiarato che nel 2007 sono pervenute 19 domande di aiuto, di cui 9 a carattere regionale dell'Italia, che sono state respinte perché pervenute dopo la scadenza prevista. Attualmente è in corso una revisione del Regolamento, ma saranno escluse in futuro dagli interventi, per buona pace di tutti, calamità a carattere regionale. Ognuno può avere la sua opinione,ma da quanto emerso è difficile capire su cosa si fondi la convinzione di aver perso quei finanziamenti; o, per esempio, in base a quale parametro Bruxelles avrebbe dovuto concedere alla Puglia la quasi totalità dei fondi a disposizione, dato che l'Italia da sola ha presentato g domande di aiuto. Per non parlare dell'ammissibilità della domanda stessa, visto che per quella per gli aiuti in Galizia ( Spagna) del 2006, in cui sono bruciati in estate circa 240.000 ettari (altro che Italia!) , si è ritenuto che non sussistessero i requisiti richiesti. Per quanto riguarda la vicenda delle date degli incendi, infine, si può pensare ad una regia nazionale, in quanto è poco credibile che nove strutture regionali abbiano fatto nello stesso momento lo stesso errore. In sintesi, l'Italia ci ha provato comunque, con qualche ingenuità, ed è andata male. Su questo si è innescata a Peschici la polemica, per certi versi incomprensibile, sui fondi persi, sul mancato risarcimento dei danni agli operatori (assolutamente impossibili), sull'abbandono del Gargano e via dicendo, con un crescendo di toni e accuse degne di miglior causa. Come poco comprensibile è il coinvolgimento della magistratura in una polemica di questo tipo. Ma, se qualcuno ha lasciato intendere sul Gargano che si sarebbero potuti recuperare con il Fondo di solidarietà europeo i danni subiti, è giusto e logico che, politicamente, paghi.
Domenico Ragno
Corriere del Mezzogiorno