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Comunità Montana a quando la normalizzazione?

Domani in prima convocazione e giovedì 13 marzo in seconda è stato convocato il consiglio montano, su richiesta dei con­siglieri della opposizione di cen­trodestra. La novità delle ultime ore ri­guarda l'ordine del giorno, il qua­le si è via via rim­polpato, grazie all'opposizione che ha chiesto di discutere della grave situazione politico ammini­strativo in cui versa l'ente.Quindi assessore (Giuseppe Mara­tea) e presidente (Nicola Pin­to),ancora agli arresti domici­liari con l'accusa di concussio­ne, rinunciano ai loro incarichi, e chiedono al consiglio montano di prenderne atto. Il tema prin­cipe, la discussione della situa­zione in cui versa l'ente, grazie al quale è stato convocato il con­siglio„ è stato fatto scivolare all'ultimo posto. Ci sarà un qualche ragione? Corre voce che sia in preparazione una «trappola» politica. Del tipo: di­scutere ed approvare i primi tre accapi e poi far mancare il nu­mero legale al quarto. La motivazione? La imminen­te campagna elettorale, che in­durrebbe quelli del Pd a sorvo­lare sulla loro ge­stione dell'ente. Se così fosse, si avrebbe la enne­sima dimostra­zione di scarsa sensibilità istitu­zionale, poiché si anteporrebbero gli interessi par­titici a quelli pubblici. In più va sottolineato che sugli accapi delle dimissio­ni di Pinto e Maratea esiste il parere negativo espresso dal se­gretario dell'ente montano Ugo Galli, inviato tra l'altro anche al Ministero dell'Interno. Galli so­stiene che l'attuale consiglio montano (scaduto lo scorso 22 ottobre) non sia competente a licenziare un accapo simile in quanto in regime di proroga.