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Sanità-Forse è accordo tra Stato e Regioni per la revisione assistenziale

Anche Puglia e Lucania hanno proposto al ministero dell’Economia una serie di emendamenti ma è vicina l'intesa tra Stato e Regioni sul decreto per la revisione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea).Dopo due anni di trattative sulle prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire attraverso le risorse fiscali a tutti i cittadini, gratuitamente o in compartecipazione, il 26 ci sarà un altro passaggio romano per raggiungere l'intesa sulle tariffe. C’è attesa  soprattutto per le cure specialistiche e proteiche e i vaccini. Per la prima volta potrebbero entrare a far parte dei Lea quelli contro meningococco C, pneumococco, varicella per gli adolescenti e Hpv, principale responsabile del cancro alla cervice uterina di cui è già stata definita la gratuità per le 12enni (da settembre disponibili in Puglia e già distribuiti in Lucania). Affiancherebbero i nove attualmente nei Lea e dunque gratuiti in tutt'Italia. La Conferenza a cui ha partecipato il ministro Lanzillotta ha già approvato il passaggio dal ministero della Giustizia al Ssn della medicina penitenziaria e il fondo per la non autosufficienza (criteri per l'accoglienza scolastica e la presa in carico dell'alunno con disabilità che avviano un processo di revisione e razionalizzazione della integrazione, scolastica e sociale, che potrà attuarsi in modo peculiare regione per regione), che l’altroieri sollecitavano con 21 firme i consiglieri regionali pugliesi. E’ stato inoltre espresso parere favorevole al decreto per l'attuazione della norma sull'extragettito portuale da destinare alle infrastrutture. La successiva Conferenza Unificata ha invece approvato investimenti complessivi per 300 milioni euro per la messa in sicurezza degli edifici scolastici in particolare nelle zone sismiche. Per i Comuni infine, prorogati fino al 31 maggio i termini per l’approvazione dei previsionali. Giovedì prossimo si deciderà come compensare gli sforamenti del patto di stabilità del 2007 con i bilanci del 2008, in modo da evitare di applicare il massimo dell’addizionale Irpef.