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Piano dei Limiti, dai comuni foggiani brusco stop alla trattativa

“Se le indennità di esproprio dei terreni dei comuni pugliesi non saranno equiparate a quelli dei comuni molisani la nuova diga non vedrà mai la luce”. Con queste parole Vito Guerrera, sindaco di Carlantino, commenta il brusco passo indietro registrato nelle trattative per la realizzazione dell’invaso a Piano dei Limiti. Ieri mattina, a Bari, si è tenuto ennesimo incontro tra i comuni pugliesi, Carlantino, Celenza Valfortore e Casalnuovo Monterotaro, la Regione Puglia, rappresentata dall’assessore ai Lavori pubblici, Onofrio Introna, il Consorzio di Bonifica di Capitanata, il Genio Civile di Foggia e la Camera di Commercio di Foggia.

. Durante l’incontro, Introna ha espresso la difficoltà da parte dell’ente regionale di reperire le risorse finanziarie necessarie a eliminare il gap fra gli espropri pugliesi e quelli molisani.
“Due mesi fa – ha dichiarato Guerrera – la Regione Puglia si era assunta l’impegno di reperire i fondi per aumentare le indennità di esproprio dei terreni del territorio pugliese, mentre oggi ci hanno riferito che ci sono problemi per raggiungere tale finalità. Questo fatto ci delude e segna un rallentamento se non un passo indietro in questa trattativa”.
L’incontro barese è servito anche alla presentazione del nuovo accordo programmatico raggiunto dai sindaci dei comuni interessati dalla realizzazione dell’invaso e alla presentazione del primo documento  elaborato dalla Camera di Commercio di Foggia: uno studio specifico sull’analisi socio-economica dei comuni di Carlantino, Celenza Valfortore e Casalnuovo Monterotaro. Anche su quest’ultimo documento i sindaci sono stati molti citrici.
“Apprezziamo l’impegno della Camera di Commercio – ha continuato Guerrera – ma lo studio ha toccato solo il tema delle infrastrutture e non quello che riguarda gli interventi per lo sviluppo economico e occupazionale e a sostegno degli enti locali, così come invece indicato nel nostro documento”.
Nelle richieste di compensazione presentate dai sindaci, oltre alle infrastrutture (prima fra tutte la strada a scorrimento veloce “Fortorina” che collega il ponte 13 archi sulla statale 17 a Poggio Imperiale) sono richiesti interventi per lo sviluppo come il riconoscimento della “zona franca”, ossia una serie di agevolazioni per le piccole e medie imprese come l’esenzione dalle imposte dei redditi, dall’Irap, dall’Ici e l’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Inoltre, si chiede di finanziare la costruzione di impianti per la produzione di energia fotovoltaica e la gestione dei terreni rimboschiti e da rimboschire affidata direttamente ai comuni. Infine, tutti gli enti locali interessati dovranno essere esonerati dal pagamento dell’acqua.