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1945: LA QUESTIONE EBRAICA IN TERRA DI CAPITANATA

Perchè la presentazione a Foggia di un libro patrocinato dal Consiglio regionale
Un carteggio inedito coi protagonisti dell'antifascismo pugliese. Rientra tra le iniziative della Regione, impegnata a ricostruire la storia del Novecento in Puglia, la presentazione a Foggia, per la provincia dauna, della corrispondenza di Max Mayer.

Per quasi 50 anni il dottore di Bonn, ebreo tedesco che operava su incarico governativo ricerche sulle vittime del nazismo, mantenne fitti contatti con Tommaso Fiore, Michele Cifarelli, Fabrizio Canfora e i loro familiari e amici. Oggi, "Benvenuto Max", un volume a cura di Giuseppina Boccasile e Vito Antonio Leuzzi, per l'Istituto storico che ha sede nella Biblioteca del Consiglio regionale, raccoglie l'epistolario e propone in appendice un dossier sui campi nazisti di sterminio, affidato al dott. Mayer da un ebreo olandese. Diversi dai lager furono i campi di raccolta allestiti in tutta la Puglia, Capitanata e Manfredonia comprese, per riunire gli israeliti europei superstiti alla fine della guerra ed avviarli anche clandestinamente verso la Palestina. Ai primi del 1945, quasi 1400 ebrei stranieri attendevano solo a Bari. Il primo imbarco ufficiale verso la Terra Promessa avvenne da Taranto, per 900 fortunati. Altre partenze clandestine nell'estate: per primo un battello da pesca, il Dàlin, benedetto dal vescovo di Monopoli. Nei mesi successivi la Puglia fu oggetto delle proteste contro i britannici, che contrastavano l'emigrazione in Medio Oriente. In terra pugliese erano attive le organizzazioni ebraiche più note: vennero ritrovati materiali che facevano capo all'Irgun, l'esercito irregolare israeliano.
Perché volevano raggiungere le coste mediorientali? Perché si opponevano gli inglesi, che vi esercitavano un mandato internazionale? Chi abitava quelle terre? Tutto è alla portata dei lettori in un agile contributo storico di Alberto Stabile. Edito da Giunti, nella collana "21° Secolo" diretta da Marcello Flores, "Palestina. Una terra per due popoli", 144 pag. 10 euro, è una piccola enciclopedia monografica ricca di immagini, che fa luce sugli eventi convulsi in un territorio tuttora conteso nel sangue tra due popoli, a sua volta spartiacque del confronto plurisecolare tra occidente e oriente. Il conflitto etnico non è il solo nodo: il sovraffollamento nella striscia di Gaza, i profughi in Cisgiordania, gli insediamenti palestinesi e le colonie israeliane separati da una muraglia di cemento armato, monumento alla politica di scontro condotta dalle due parti. Il libro affronta "le tappe essenziali di una guerra in cui la posta in gioco è l'annientamento dell'uno o altro contendente: da un lato, il popolo palestinese la cui causa è stata fagocitata dall'islamismo radicale, dall'altro, lo stato di Israele", mentre resta un miraggio la soluzione negoziata di una pacifica convivenza.