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Santaniello: “Marinacci? Non è un caso”

Dopo il ballottaggio vittorioso per il centrodestra anche per l’apporto decisivo di UDC e Rosa Bianca, è esplosa nel partito di Franco Di Giuseppe la voglia di visibilità del territorio rispetto al comune capoluogo.
“ Ho speso la faccia, anima e corpo per fare il candidato presidente ed ho ottenuto buoni risultati, la polemica di Nino Marinacci non è all’or­dine del gior­no". Enrico Santaniello non segue sul suo terreno l’amico di partito e cade dalle nuvole: "Non sapevo nemmeno che esistesse que­sta disputa, negli accordi prima del bal­lottaggio era previsto che facessi il pre­sidente del consiglio". Nino Mari­nacci, consi­gliere provin­ciale eletto nei collegio di S. Nicandro, aveva dichia­rato al ‘Attacco la sua contra­rietà alla no­mina di San­taniello pro­prio in quel ruolo. Nel suo discorso il "cumulo" de­gli incarichi, compreso quello di consigliere regio­nale che – ri­tiene Mari­nacci- non sa­rebbe nem­meno prope­deutico a farsi portavoce di un’assise, nel caso specifico quella di Pa­lazzo Dogana. Il consigliere foggiano mi­nimizza: ‘Fronda contro di me? Non mi pare, sul Garganoho molti consensi, a Vieste, Peschici, Monte S. Angelo. D’altra parte Marinacci non lo sento da un po’ telefonica­mente, se ha qualcosa da dire che mi chiami". Anche una questione di for­ma, oltre che di sostanza, ma in politica le premesse forma­li sono la cornice in cui poi si inquadrano le scelte succes­sive. Non si sentono e non si parlano i due uomini del­1’Udc, Marinacci "rimprove­ra" a Santaniello una certa "altezzosità", come riportato su l’Attacco, Santaniello re­plica: "Sono qui, se vuole mi chiami lui". L’Udc di Foggia fa quadrato intorno al "suo" candidato e si compatta con la segreteria che, a dire di Santaniello, sarebbe al suo fianco in tutto e per tutto. Chi scommette al cento per cento sulla presidenza foggiana, di marca centrista, del consiglio provinciale è Ciccio D’Emi­lio. "La presidenza è un ruolo politico, di rappresentanza, non di gestione. Considerando che Enrico s iè speso per fa­re il candidato presidente tocca a lui questo ruolo per una questione di giustizia. Posso capire che Marinacci voglia fare l’assessore ma non il presidente in quanto consi­gliere provinciale eletto". Pa­re una questione di lana ca­prina anche se si converge unanimamente sul fatto che la visibilità ottenuta con que­st’incarico fa gola a chi vuole essere lanciato verso altri lidi quali la candidatura alle co­munali di Foggia. Che per Santaniello è argomento tabù, non ne vuole parlare ora perché "è presto, pensiamo alla Provincia". Solo che nella segreteria ne hanno parlato, Franco Di Giuseppe ha fatto qualche promessa riguardo ed allora i garganici si sono detti: "Quante cose vuole fa­re?". Di questo tenore sono state le argomentazioni di Marinacci, in sintonia con Angelo Cera, nei confronti del candidato. Una spaccatu­ra nell’Udc, chiara e netta, le roccaforti di voti del Gargano "contro" Foggia e gli atteggia­menti della segreteria. Fuor di metafora sia Marinacci che Cera non apprezzano questa eccessiva occupazione di suolo che Santaniello stareb­be operando nella segreteria del partito, guardano con dif­fidenza all’emergere di un consigliere regionale che "se la crede", ironizzava Mari­nacci. Dopo i "confetti" della presidenza, sono venuti al pettine alcuni modi. Santa­niello risponde: "Non sono consigliere regionale grazie a Marinacci e se devo fare il sin­daco non devo dare conto a lui ma al partito". Dunque ri­tiene che le voci garganiche declamino nel deserto, come si dice, e che in effetti Mari­nacci o chi per lui non possa­no inficiare minimamente i patti elettorali e la realtà di Foggia. Il bacino di voti udic­cini da S. Nicandro e da S. Marco è sempre stato debor­dante, in città l’Udc non ha mai raggiunto quelle percen­tuali anche per il fatto che, politicamente, la storia fog­giana è diversa. L’incastrarsi di più circostanze, a comin­ciare dall’adesione di Santa­niello all’Udc, in questo fran­gente di elezioni saggiata per la prima volta, ha fatto scatta­re l’allarme in provincia. Spetta alla segreteria, a que­sto punto, trovare l’equilibrio tra input diversi. Chi vuole to­gliere voce alla provincia?, Nessuno- incalza Santaniel­lo – dopo che ha portato a Ca­mera e Senato due suoi rap­presentanti è evidente che non è così". Insomma l’Udc della provincia ha fatto la sua parte, alla Camera Angelo Ce­ra e al Senato Nino Marinacci, ora tocca a Foggia. Se Enrico scalderà i motori per fare il sindaco non lo dice anche se i suoi amici di partito non han­no dubbi e la segreteria ci sta­rebbe seriamente pensando. Per questo ha buttato acqua sul fuoco delle polemiche mentre gli iscritti, i dirigenti ed i militanti attendono un incontro chiarificatore. An­gelo Cera, ormai deputato, è al fianco di Marinacci su que­sto dibattito, anche se, dati i suoi impegni parlamentari, ha lasciato che ad occuparsi della cosa fosse appunto Ma­rinacci. Divisi in altre circo­stanze si sono ricompattati per far sentire la voce di chi ha sempre portato acqua al mu­lino centrista. Foggia rispon­de, con Santaniello alla ricer­ca del suo destino, impervio per le strade di montagna che non sono quelle di Pe­schici e Vieste.

Paola Lucino
L’Attacco