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Aldo Ragni: “L’idea del potere ha prevalso sulla politica..”

Senza sconti l’analisi del voto provinciale del viestano Ragni, responsabile organizzazione della formazione di Veltroni. Scrostare dai residui del passato il nuovo corso del PD perché possa essere tale.
Aldo Ragni è il coordinatole del partito, l’organizzatore delle primarie, co­lui che tiene numeri ed elenchi di quanti hanno portato novità, non solo anagrafiche, in seno al grup­po di ottobre. Ma non sono bastate le primarie dello scorso autunno a cambiate le cose. Una voce critica la sua durante la conferen­za dibattito con quasi venti iscrit­ti a parlare. Eco l’incipit di Ragni :"C’è qualcuno che non ha capito nulla, che continua ad operare in strutture parallele". Riportare il discorso dentro un unico canale è il primo passo. Ancora: "L’idea del potere, finora, ha prevalso sulla politica, abbiamo comandato su tutto e governato sul nulla". Slo­gan potrebbero sembrare, che però ribaltano anni di presa di po­tere da parte della sinistra con progressiva perdita della società che è andata, invece, "da un’altra par­te". L’analisi del coordinatore è stata impietosa, e va diritta al cuore del problema. Cosa fa il Pd ora, at­tende per ritornare a galla o cerca di capire la gente, la società, le im­prese che "ci guardano con diffi­denza?". Nell’affondo critico vi sono le premesse per ricomincia­re dai fatti e non dalle pose rituali della politica, che sta in panchina fremendo per giocare, perché quando sta in Campo pensa a te­nere palla senza contatto con il pubblico, gli spalti, la gente. Ban­dita la metapolitica, quella che parla solo a se stessa e preferisce autoraccontarsi, Ragni ha spezza­to l’incantesimo: "Credete che basti un’apertura all’Udc o alla si­nistra estrema per vincere, o rifa­re i circoli?". Toccare gli intocca­bili, i sancta sanctorum della sto­ria che continuano a farla da pa­droni, subdolamente e parallela­mente e quindi in modo poco con­trollabile. Gira e rigira i metodi sono sempre gli stessi, vedere "co­me sistemare nell’organigramma chi è alla ricerca di posti". Operazioni di facciata che, evidentemen­te, non sono servite a rilanciare il ruolo del partito e del suo "futuro".
L’Attacco