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Piano Parco, fumata nera

I sindaci riuniti: “abbiamo bisogno di tempo e di consultare le popolazioni. La bozza preesistente è vecchia e non ci convince”
E’ ancora fumata la nera che esce dal "conclave" della Comunità dell’area protetta sul Piano del Parco, convocata dal commissario straordinario Ciro Pignatelli (in procinto di far ritorno a Roma per via del reintegro del le­gittimo titolare ovverosia il Presidente dell’ente Giandiego Gatta, come ha certificato una massima sentenza del Tar Puglia). Nella seduta che si è tenuta presso il Comune di Manfre­donia ieri l’altro, i sindaci hanno chiesto ed ottenuto tempo perché "ri­teniamo che questa fase di ascolto deve vederci protagonisti in quanto un Piano deve essere condiviso ed ac­cettato dalle popolazioni residenti e non calato dall’alto" hanno ricordato al commissario. "Questa bozza dell’Agriconsulting" hanno aggiunto in coro "fatta ai tempi di Matteo Fusilli, continua a non convincerci". Va così a vuoto anche l’ennesimo tentativo (il terzo, tanto che qualcuno parla già di fallimento) del commis­sario, che sta cominciando a rendersi conto quanto impervia sia la strada per far accettare delle regole ad un territorio e ad una popolazione sto­ricamente refrattari a qualsiasi vin­colo (va sottolineato a tal riguardo che l’area abbraccia 120 mila ettari ed è a forte antropizzazione visto che vi vi­vono oltre 200 mila persone). La di­lazione accordata è nell’ordine dei trenta giorni. Durante tale arco di tempo, i diciotto comuni dell’area pro­tetta dovranno far giungere le proprie osservazioni alla bozza del piano me­diante apposita delibera di consiglio comunale. Si sono lasciati così sindaci e commissario, alla fine di un dibattito piuttosto teso, anche per via delle numerose assenze dei comuni invitati, tanto da costringere il commissario ad effettuare, prima del via ai lavori, concitate telefonate di sollecito ai rap­presentanti comunali, essendo a ri­schio il numero legale, poi fatico­samente raggiunto in un secondo mo­mento. Su ventuno componenti (di­ciotto comuni più Regione, Provincia e Comunità Montana del Gargano) era­no presenti poco più della metà. Si è cosi come tornati al punto di partenza. Invece di fare passi in avanti, si è ancora alla fase del pronunciamento dei Comuni. Semplificando, nulla è mutato rispetto alle difficoltà di ieri di Gatta e ancor prima di Fusilli. I sin­daci sono stati categorici nel richie­dere tempo, pur davanti alle assi­curazioni dell’assessore regionale An­gela Barbanente, presente all’incon­tro. Un Parco non si crea né si inventa: si riconosce semplicemente che un particolare territorio ha particolari caratteristiche bisognose di tutela. E il Gargano ha molte ragioni per essere salvaguardato. Il piano del parco, va rammentato, è predisposto dall’ente parco. La comunità del parco par­tecipa alla definizione dei criteri in­dicati dal consiglio direttivo ed espri­me il proprio parere sul piano stesso. II piano approvato dal consiglio diret­tivo, è poi adottato dalla Regione. Il piano del parco sostituisce i piani paesistici, i piani territoriali o ur­banistici e ogni altro strumento di pianificazione dei Comuni.