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Rapporto di Bankitalia: economia a rilento ma meno disoccupazione

Transizione “difficile e dolorosa” per il sistema produttivo pugliese: faticano tutti i settori tradizionali, crescono meccanica, chimica, trasporto. Rallentamento economico ma il linea con il resto del Mezzogiorno e, secondo Bankitalia, il divario con il Nord invariato. Si registra “un alto tasso di mortalità delle imprese”, l’export è aumentato del 3,5% ma con un ritmo tuttavia inferiore a quello nazionale (8%) e anche del resto del Meridione (9,8%).
Disoccupazione in calo (da 12,8 a 11,2%) ma c’è una stasi dell’offerta lavorativa (10 punti in meno della media nazionale) e il “buco nero” delle lavoratrici: il numero delle pugliesi impiegate non solo è il più basso del Sud ma di tutt’Italia segnando “un’arretratezza nazionale”. In più continua a crescere il numero di chi per trovare un lavoro è costretto a migrare, a trasferirsi al Centronord. Non va particolarmente bene nemmeno in termini di reddito procapite e fatturati delle aziende, con l’aggravante che le prime stime del 2008 confermano che non c’è un’inversione di tendenza. Sono i principali dati di Bankitalia sull’economia della Puglia nel 2007 dove, come nel resto del Paese, “non si scioglie il nodo della produttività” da più di 10 anni, condizionando il reddito e gli investimenti sia delle famiglie che delle imprese. In questo quadro il Federalismo fiscale può rappresentare “un’occasione e non un’operazione contro il Sud” se aumenterà la “responsabilità locale” o più semplicemente se “gli amministratori locali faranno capire in modo molto trasparente come spendono le risorse locali, come ‘io amministratore e non Roma’ ti sfilo dalle tasche un euro e come trasformo questo euro in asili nido piuttosto che trasporti pubblici”.