La storia infinita dell’abbazia di Kalena. L’ultima puntata di quella che è diventata una sorta di telenovela è stata la riunione in municipio, alla quale hanno preso parte Menuccia Fontana e Nicola Gentile (Italia nostra), e Teresa Rauzino (Centro studi "Giuseppe Martella"). Il punto l’ha fatto il presidente della sezione Gargano di Italia nostra, Fontana, ricordando l’eco che lo stato di degrado di Kàlena sta avendo nel mondo della cultura e dell’arte, a livello nazionale e internazionale; inoltre, l’apertura del procedimento di vincolo dell’area annessa all’abbazia che risale a dicembre dello scorso anno, da parte di Vita Plantamura della Sovrintendenza regionale ai Beni culturali.
Un Iter che, come tutte le vicende legate al recupero dell’ex complesso benettino, si è però arenato senza motivi precisi, a tutto vantaggio di eventuali progetti di sviluppo edilizio dell’area da parte dei proprietari, i quali avrebbero già chiesto lo spostamento della strada comunale "Calena" dalla sede attuale ad una adiacente il canale di bonifica, a diversi metri dalle mura dell’abbazia. La posizione dell’associazione ambientalista, illustrata da Nicola Gentile, è ferma nel chiedere che tale "area di rispetto" comprenda l’intera estensione della particella sulla quale insiste l’ex complesso monastico ed essere completamente inserita nel piano di recupero dell’immobile, garantendo così una più completa fruizione del bene e tutelandolo da eventuali iniziative inadatte alla sacralità del luogo. Altro punto sul quale Menuccia Fontana non ritiene che debbano esserci tentannamenti riguarda l’esproprio del "bene": a tale proposito ha ricordato che anche il presidente nazionale di Italia Nostra, Giovanni Losavio, magistrato di Cassazione, individua nell’esproprio l’unica strada percorribile al recupero del "bene", indicandola quale unica via d’uscita da attuarsi entro tempi brevissimi e senza concedere altro tempo alla proprietà, sorda agli innumerevoli appelli di accordo, evitando così altre inutili perdite di tempo, deleterie nei confronti dello stato di conservazione del monumento. Fontana ha invitato il Comune di Peschici ad avviare il procedimento ai fini dell’acquisizione dell’ex complesso monastico, unica via per accedere e ottenere quei finanziamenti necessari alle prime importantissime opere di restauro e recupero dello stato del "bene" che, ricordiamo, versa in condizioni disastrose. Le somme le ha tirate l’assessore Leonardo Di Miscia, fissando le linee guida da seguire per i prossimi incontri, ribadendo la volontà di una direzione comune verso la quale convergere gli sforzi di tutti: amministrazione comunale, associazioni culturali, Curia. Prossimo appuntamento, l’istituzione di un ‘`tavolo di lavoro",al quale saranno chiamate a farne parti le parti interessate. L’auspicio, in questo caso, è quello di trovare un punto d’incontro, allo scopo di far ripartire tutti quei meccanismi necessari a una immediata risoluzione della questione e ridare, nel minor tempo possibile, "dignità" che l’abbazia di Kàlena merita.