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La discarica di Vieste “quasi piena”

Tempo due mesi e la discarica potrebbe non più accogliere rifiuti perché ormai "piena". Ragion per cui, trascorsi queste settimane di fine giugno, luglio e agosto, all’indomani insomma dell’estate (potrebbe quindi essere l’ultima questa), ci sarebbe da venir a patti, giocoforza, con il programma emergenza-rifiuti sul Gargano e con il relativo rischio di “cam­panizzazione" della Montagna del Sole.
A lanciare l’allarme questa volta non sono gli amministratori ma gli ambientalisti, preoccupati di un "domani» che si presenta a tinte fosche. A scendere tu campo è l’associazione Ambiente e Vita tramite il suo consigliere nazionale non­ché responsabile principale per la Capi­tanata dell’organísmo, Primiano Schiavo­ne, il quale si preoccupa di accendere i dovuti riflettori su quella che, secondo i suoi calcoli, è una discarica, quella di Vieste (che serve ben otto comuni del Gar­gano nord) ormai in fase di completo esaurimento. “E’ a rischio emergenza rifiuti gran parte del territorio del Parco nazionale dei Gargano, che come ambito territoria­le ottimale Conferisce i rifiuti urbani alla discarica comunale” dichiara Schiavone. “Infatti questa discarica – prosegue ancora l’ambientalista – costruita un decennio fa, ha una capacità di circa 130.000 metri cubi. Inizialmente doveva servire temporaneamente allo smaltimento dei rifiuti, perché a margine i comuni avrebbero dovuti attivarsi per la raccolta differenzia­ta e tutto quelle altro attività di pre-trat­tamento dei rifiuti, onde consentire di riconferire in discarica. «Tutto ciò non è accaduto – aggiunge Schiavone – per cui stante l’attuale situazione ed in conside­razione del livello di saturazione della di­scarica arrivata ormai a circa 120.000 mc, nel giro di un paio di mesi la stessa sarà chiusa e quel che è peggio non esistono nell’ambito provinciale altre alternative di conferimento». «Alla luce della situazione attuale – è la conclusione dell’esponente di Ambiente e Vita – e se non si accelerano i tempi per la realizzazione di strutture alternative, in attesa quindi della realizzazione degli impianti di stoccaccaggio, pretrattamento, compostaggio, e la realizzazione del ter­movalorizzatore, il territorio è a rischio, per colpa delle autorità comunali incapaci di trovare una intesa sulla ubicazio­ne delle predette stutturure>>. Schiavone lancia pertanto un appello: «Ora l’emergenza è allo porte, pertanto occorre un gesto di buona volontà da par­te di tutti per accelerare i tempi occor­renti a realizzare tutte le strutture ne­cessarie allo smaltimento dei rifiuti di tutto il comprensorio».