Da una parte gli inconfutabili dati della centrale operativa, con oltre 10mila chiamate al mese e prestazioni che talvolta sono coincise con veri e propri salvataggi in stile E.R. Dall’altra i mezzi e le risorse a diposizione del servizio, con ambulanze molto spesso senza medico a bordo (e un lusso che in linea teorica non si potrebbe concedere nemmeno un mezzo del "pronto soccorso", figurarsi uno del "118") mandate in avanscoperta e magari senza defibrillatore a bordo. A 5 anni dall’entrata in funzione del servizio di «emergenza territoriale» (avvenuta il 31 marzo 2003), il 118 sembrerebbe segnare il passo più che problemi logistici e strutturali che per la mission che si sono dati operatori e dirigenti. Lo testimonia il crescendo di segnalazioni pervenute al Tribunale dei diritti del malato, ma ancor più efficacemente l’opportuna presa di posizione dell’ente che gestisce il servizio – come risorse e dislocazione territoriale – su tutta la Capitanata. Cioè l’Asl Foggia retta dal commissario straordinario Donato Troiano, che oltre un mese fa ha costituto la Sanità service SrL proprio per completare la rete assistenziale dell’emergenza urgenza e porre fine allo stato ormai cronico di precariato in cui si era cacciata. Nato anche grazie alla spinta emotiva e alla passione di molti volontari, il 118 adesso necessita di una regolarizzazione non più rinviabile. L’Asl Foggia l’ha capito e con ogni probabilità all’interno del convegno in programma venerdì prossimo (18 luglio, sala Turtur, dal tema «Il sistema 118 nella Regione Puglia: quale futuro?») annuncerà l’ormai prossima assunzione di almeno una trentina di operatori. Il sistema sarà quello della stabilizzazione dei precari, personale che in questi cinque anni ha certamente acquisito l’esperienza e la freddezza necessarie per eseguire al meglio un lavoro che tiene sempre sulla corda. Le assunzioni avverranno attraverso la Sanità service SrL, che per conto dell’Asl Foggia sveltirà pratiche e procedimenti che altrimenti diverrebbero lunghissimi. Ma le assunzioni sembrano solo il primo passo verso la revisione del progetto 118, che almeno in Capitanata (dopo un esordio brillante e un andamento da record almeno nei primi due anni) è via via divenuto un servizio di soccorso in ambulanza. Per giunta senza medico a bordo.