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Vendola: è finita la storia di Rifondazione

Il governatore della Puglia ammette che non diventerà segretario di Rifondazione e annuncia la nascita di una corrente di minoranza. Amaro il suo commento: «Considero questo congresso come la fine della storia di Rifondazione comunista». Ora si profila una candidatura alla segreteria dell’ex ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero.

 

«Io sono sconfitto ma sono sereno perchè da comunista ho imparato ad essere sconfitto e a stare con gli sconfitti. Compagni della mozione 2 ci vediamo nell’area politico-culturale Rifondazione per la sinistra». Nichi Vendola, dal palco del congresso nazionale di Rifondazione comunista in corso di svolgimento a Chianciano Terme, riconosce di essere in minoranza rispetto all’ex ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero e annuncia la nascita di una corrente di minoranza all’interno del partito. Molto probabilmente, a questo punto, Vendola non presenterà la sua mozione al comitato politico nazionale che si terrà nel pomeriggio

«Io considero questo congresso come la fine della storia di Rifondazione comunista come l’ho conosciuta in 38 anni di militanza». È l’amarezza espressa dal governatore della Puglia, Nichi Vendola nel suo intervento prima della votazione, al congresso, sui due diversi documenti che hanno spaccato il partito.
«Il dileggio – afferma Vendola – è andato molto oltre il dibattito congressuale. Vivo questo congresso come il compimento di una sconfitta elettorale, un arretramento culturale».

Con la sua mozione in minoranza, si profila una candidatura alla segreteria dell’ex ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero

«VENITE AL SUD A VEDERE IL PARTITO E CHI SFIDA LA MAFIA»
L’intervento di Nichi Vendola dal palco del VII Congresso di Rifondazione Comunista accende la platea. Diversi i passaggi che vengono sottolineati con standing ovation da parte della sua mozione o fischi da parte del resto della platea.
Uno dei passaggi più contestati è quando il Governatore della Puglia invita «quelli del Nord ad andare al Sud per vedere il Partito e chi giorno per giorno sfida la mafia a viso aperto». I suoi delegati si alzano in piedi ad applaudirlo gridando «Nichi-Nichi». Un ovazione che i suoi gli riserveranno anche alla fine quando sceso dal palco si avvicineranno tutti per abbracciarlo.

E IL PRC DI FERRERO CHIUDE AL PD E VA A SINISTRA
Fine di «ogni collaborazione organica con il Pd», svolta a sinistra, intensificazione dei rapporti con i partiti comunisti ma niente costituente di Sinistra. Sono i punti principali del documento «Ricominciamo: una svolta a sinistra», illustrato stamattina da Giovanni Russo Spena e che dovrebbe raccogliere i voti di tutte le mozioni congressuali tranne la seconda guidata da Nichi Vendola.

Il documento è diviso per 5 punti. Nel primo si afferma che «il congresso considera chiusa e superata la fase di collaborazione organica con il Pd nella fallimentare esperienza di governo dell’Unione» e respinge «la proposta della Costituente di sinistra e qualsiasi ipotesi di superamento o confluenza del Prc in un’altra formazione politica».

Il secondo punto prevede «il rilancio del Prc caratterizzato in primo luogo da una svolta a sinistra» e ha come obiettivo «come nostro obiettivo di fase la sconfitta delle destre e della politica antioperaia della Confindustria». Obiettivo da raggiungere non con il centrosinistra visto che «la linea neocentrista del Pd è del tutto inefficace» ma «avviando una collaborazione fra le diverse soggettività anticapitaliste, comuniste, di sinistra».

Nel terzo punto «il rilancio del Prc parte dalla ripresa dell’iniziativa sociale e politica» a partire da «un nuovo 20 ottobre, una grande manifestazione di massa e una campagna politica di autunno» come primo passo per «la ripresa di un’iniziativa di lotta».

Nel quarto punto il Congresso dà mandato agli organismi dirigenti di presentarsi alle elezioni europee «con il simbolo e la lista di Rifondazione Comunista-SE sulla base del programma che sarà definito il prossimo autunno».

Il quinto punto riguarda la democrazia interna al partito e impegna «il nuovo gruppo dirigente a promuovere un effettivo e pluralistico dibattito politico e teorico».