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S. Giovanni Rotondo, S. Pio pregò per le sorti di Pio XII

A San Giovanni, anche in occasione dell’esumazione del­la salma di San Pio venerata da flussi di fedeli anche in questi giorni d’agosto, conti­nuano ad affiorare aneddoti ed episodi sul frate dalle stig­mate. L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’intercessione di San Pio per Papa Pio XII nel lontano 1943. Secondo quanto siamo riusciti a ricostruire, Padre Pio inginocchiato nel coro della chiesetta del con­vento, assorto in profonda pre­ghiera e con il capo tra le mani, invocò l’aiuto di Dio per impedire ai nazisti la cattura di Pio XII. Ne sarebbe diretto testimone il cavalier France­sco Morcaldi. «Corsi al con­vento – scrive Morcaldi nel suo memoriale – dove trovai Padre Pio seduto accanto al letto del Padre Bernardo Masone da Pietrelcina, gravemente infer­mo, nella stanzetta accanto al Sacellum. Gli comunicai che le truppe tedesche avevano occu­pato Roma, invadendo il piaz­zale e la gradinata di San Pietro. Padre Pio ne fu fior­temente scosso, sino alle la­crime, subito s’accomiatò dal malato e si portò nel coro della chiesetta.
Ivi lo raggiunsi di lì a qual­che tempo per accomiatarmi. Era inginocchiato, assorto in profonda preghiera, il capo tra le mani. Attesi, infine non po­tendo trattenermi più a lungo mi avanzai; egli sollevò il capo e vidi il suo volto, sconvolto e rigato dalle lacrime. Lo sa­lutai, mi porse la mano’ che baciai rispettosamente: la sen­tii percorsa da fremiti. S’avvide dell’emozione che mi assaliva, mi fissò e : "Cic­cillo – mi disse – il Papa si salverà"… ". La verità venne alla luce solo nel 1972 quando la redazione della "Domenica del Corriere" pubblicò l’inter­vista esclusiva dell’ex-generale Karl Wolff, comandante delle SS in Italia durante il periodo delle repubblica di Salò. L’ex gerarca rivelò: "Sono io l’uomo che doveva rapire il Papa, po­chi giorni dopo l’8 settembre 1943, Hitler mi convocò alla "Tana del Lupo" e mi disse: le ordino di occupare il Vaticano, di mettere al sicuro i suoi ar­chivi e i suoi tesori, e di portare al Nord Pio XII e la curia. Nel dicembre del 1943 riuscii a dis­suadere Hitler e a convincerlo ad accantonare il piano». Un progetto rimasto così per molti anni nascosto ai più: solo in tre ne erano a co­noscenza: il Fuhrer, Wolff e Himmler. Padre Pio però sa­peva non solo che Pio XII era in pericolo ma che, dopo le preghiere, le sue preghiere, il Papa si sarebbe salvato. E così fu …In quell’inverno del 1943, quando i tedeschi fecero ir­ruzione nella basilica di San Paolo fuori le Mura, per evi­tare che Hitler tenesse pri­gioniero il Papa, Pacelli pre­parò una lettera di abdica­zione da utilizzare in caso di propria cattura, dando istru­zioni di tenere un successivo conclave a Lisbona. Nel 1943, quando i tedeschi imposero agli Ebrei romani di versare oro in cambio di una effimera e temporanea salvez­za, il Vaticano contribuì for­nendo 20 dei 50 chili d’oro richiesti. Secondo molti sto­rici, i tedeschi avrebbero poi organizzato il ratto del ghetto di Roma proprio per un af­fronto a papa Pacelli. Il 19 luglio 1943 dopo il violento bombardamento di San Lo­renzo a Roma, si recò nei quartieri colpiti. Il 4 giugno 1944, dopo la liberazione ri­cevette in Vaticano i soldati alleati. La domenica successiva, i Romani si recarono in massa a piazza San Pietro a salutare e a festeggiare il Papa, che, di fatto, era l’unica autorità ri­masta nella capitale, dopo 1’8 settembre.