<<La crisi nel settore del turismo c’è e il nostro compito deve essere quello di non mascherare i dati reali>>. È il monito che Eliseo Zanasi, presidente della Camera di commercio di Foggia, rivolge alle aziende di promozione turistica, invitate a diffondere dati realistici sugli afflussi dei vacanzieri in Puglia. Anche sul Gargano, come nel Salento, la stagione estiva quasi al capolinea non ha fatto registrare un vero e proprio boom di presenze. Eppure il monitoraggio fatto dall’Apt di Foggia mette in evidenza una crescita del turismo, almeno per quanto riguarda il periodo pre estivo, da marzo a maggio. «Abbiamo il tutto esaurito fino al 25 agosto, con un lieve calo invece per giugno e luglio – ha detto Nicola Vascello, commissario dell’Apt di Foggia – stiamo raccogliendo le informazioni che una cinquantina di strutture sul Gargano ci daranno nei prossimi giorni, ma nei tre mesi precedenti il ferragosto abbiamo riscontrato un aumento di presenze turistiche». Proprio su questo incremento di vacanzieri, Zanasi invita alla cautela, esprimendo forti dubbi in merito. «Il turismo in tutta la provincia foggiana è in flessione – dichiara il presidente della Camera di commercio – e la responsabilità non è dei roghi dell’anno scorso, bensì della mancanza di una campagna di marketing adatta a rilanciare il settore del turismo non solo sul Gargano, ma in ogni provincia pugliese». Secondo Zanasi manca, quindi, una strategia economica che guardi a modelli come l’Emilia Romagna per attirare cifre consistenti di turisti in tutto il territorio regionale. «Non c’è una professionalità di base – continua il numero uno di Camera di commercio e Confindustria – che ci possa far sfruttare le potenzialità paesaggistiche. Ci preoccupiamo di sciorinare numeri, anziché creare una filiera del turismo in Puglia che garantisca ai visitatori anche gli spostamenti dal Gargano al Salento». Sulla necessità di analizzare in modo obiettivo lo stato attuale del turismo pugliese, senza isolare soltanto gli aspetti critici, si è espresso Giuseppe Chiarelli, direttore di Confcommercio Puglia. «Buona norma sarebbe evidenziare anche le belle notizie, quelle di soddisfazione che raccogliamo dai visitatori che scelgono la nostra regione per trascorrere le proprie vacanze – dichiarato Chiarelli – credo sia sbagliato esprimere giudizi o trarre conclusioni su fenomeni che possono essere occasionali e non rappresentare la realtà». L’offerta turistico-balneare pugliese, secondo Confcommercio, continuerà a garantire elevati livelli di qualità sia ambientali sia professionali a vantaggio degli ospiti. Sulla stessa linea si pone l’intervento di Antonio Capacchione, vice presidente regionale di Sib – Confcommercio Puglia. Alcune decine di segnalazioni circa inefficienze riscontrate su alcune spiagge pubbliche, non possono certamente offuscare le centinaia di migliaia di turisti che hanno scelto la Puglia per trascorrere le loro vacanze – ha confermato Capacchione – il senso di responsabilità e il principio di obiettività devono indurre tutti a non enfatizzare le poche ombre rispetto ad un settore, il turistico-balneare pugliese, che si sta efficacemente impegnando nella difficile competizione nazionale e internazionale, soprattutto in questo momento particolarmente delicato di crisi dei consumi». Intanto da Bari non arrivano buone notizie per il settore turistico: sono in particolare i gestori degli stabilimenti balneari a denunciare uno scarso giro d’affari per quest’anno. Si tratta del 20% in meno rispetto ai guadagni dell’estate 2007, dovuto all’impennata dei prezzi nei lidi privati e alla scarsa disponibilità delle famiglie. II presidente di Assobalneari, Edoardo Caizzi, ha fatto un bilancio provvisorio della stagione estiva sul litorale barese, mettendo in luce una flessione pari al 2o%. i dati sono ancora in via di definizione, ma per la maggior parte dei gestroi l’estate in dirittura di arrivo è da dimenticare. A questo proposito Assobalneari si sta battendo affinchè i canoni demaniali invece di essere versati allo Stato centrale vengano corrisposti direttamente ai comuni: in tal modo, secondo l’associazione di categoria, le amministrazioni comunali avrebbero maggiori risorse per rendere le spiagge pubbliche più attrezzate.