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Processo mafia Gargano: oggi udienza numero 97

Si è riaperto con l’udienza numero 97 il maxi processo alla mafia del Gargano in corso di svolgimento dal 6 novembre del 2005 in corte d’Assise a Foggia. Un processo che va avanti a singhiozzi, che ha comportato la scarcerazione per decorrenza termini – tra il 26 giugno e il 21 luglio scorso – di 10 imputati, tra cui i presunti boss dell’organizzazione criminale. Oggi in aula dovevano essere ascoltati gli otto periti incaricati della trascrizione delle decine di migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite nel corso degli anni dai carabinieri nell’ambito del filone di indagini ‘Iscaro-Saburo’ Ma così non è stato. L’udienza si è aperta con la riesamina della posizione di Armando Li Bergolis da parte del difensore dell’allevatore manfredoniano, Franco Metta. L’avvocato ha chiesto che venga riconcessa la libertà al suo assistito. Armando Li Bergolis, lo ricordiamo, venne scarcerato il 26 giugno per decorrenza termini e riarrestato l’8 agosto per non aver obbedito all’ordine della corte d’assise di divieto di dimora in Capitanata. Un provvedimento preso a seguito di una segnalazione da parte dello stesso allevatore, avvenuta nella notte dello scorso 2 luglio, in cui notò alcune persone vicino al suo podere. Nella circostanza la Dda di Bari, chiese ed ottenne dalla corte d’Assise che venisse imposto al 33enne il divieto di dimora non solo a Manfredonia ma nell’intera Capitanata proprio per evitare che potesse essere ucciso. Stamani l’avvocato Metta ha smontato la tesi dell’allarme sociale sostenendo, in primis, che le ombre scorte la notte del 2 luglio fossero uomini delle forze dell’ordine che in quel momento stavano piazzando microspie sull’autovettura del Li Bergolis. Avendo trovato una nuova dimora fuori dalla Provincia di Foggia, il legale ha fatto richiesta di una nuova scarcerazione per il suo assistito. La parola è passata, poi, al pubblico ministero Francesco Giannella, della Dda di Bari che si è opposto a tale richiesta; inoltre ha chiesto al presidente di corte Michele Cristino, maggior tempo per permettere alle parti la lettura completa del lavoro svolto dai periti. Il materiale probatorio, così come ha sostenuto in aula il Pm – è costituito da oltre 10mila pagine ed alcune delle trascrizioni sono state depositate solo nei primi giorni di settembre, pertanto, sempre secondo il pm il collegio difensivo non ha avuto il tempo materiale di consultarle adeguatamente. Accolta la volontà del pm e di tutti i legali, si torna in aula il prossimo 23 settembre in cui saranno ascoltati i primi 4 degli otto periti incaricati della trascrizione. Nello stesso ambito Cristino ha ribadito, la volontà di voler chiudere questo processo il prima possibile.