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C’è speranza per un auditorium come centro culturale del Gargano

Sembra avere seguito l’appello lanciato dall’Associazione Culturale Carpino Folk Festival per un Auditorum della Musica Popolare sul Gargano. Oltre a rassicurazioni più o meno informali, è dal portale di Capitanata2020 che arriva la conferma più rilevante.
Di seguito la notizia pubblicata su www.capitanata2020.eu

 

L’associazione culturale Carpino Folk Festival propone che il Piano Strategico di area vasta "Capitanata 2020" presenti una scheda progettuale per un Auditorum della Musica Popolare nell’ambito delle "dorsali" collegate al patrimonio e al turismo culturale.

Lo fa attraverso una lettera di Antonio Basile, curatore dell’ufficio stampa dell’associazione Culturale Carpino Folk Festival, nata nel 1996 per avviare un progetto di tutela del patrimonio artistico culturale della musica popolare a sostegno del festival, concepito da Rocco Draicchio, musicista del gruppo "Al Darawish", e diventato uno dei più importanti eventi culturali nazionali.

«Dal sito www.capitanata2020.eu -scrive Basile- viene dato ampio risalto ad uno studio del Parlamento UE perché darebbe conferme indirette alle opzioni di "Capitanata 2020" ma è proprio da quello studio che la Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo prende spunto per raccomandare di promuovere il patrimonio e il turismo culturale al fine di diversificare l’offerta turistica delle regioni costiere.

Per queste ed altre ragione l’Associazione Culturale Carpino Folk Festival, nel condividere la richiesta del Sindaco Andrea Ciliberti di maggiore attenzione alla candidatura di Monte Sant’Angelo come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e nel sostenere l’ennesimo appello del Centro Studi "Martella" di Peschici per la messa a tutela dell’Abbazia di Kalena, non vuole far mancare anche in questa circostanza il proprio contributo per ottimizzare la competitività sociale, ambientale, economica, turistica e il riposizionamento del nostro Gargano nel contesto regionale, italiano ed europeo.

Dal momento che le Misure 4.1 e 4.2 prevedono ingenti fondi per le infrastrutture, la promozione e la valorizzazione dell’economia turistica nonché per la tutela, la valorizzazione e la gestione del patrimonio culturale, e poichè nella fase preliminare, con termine fissato al 30 settembre 2008, per gli interventi e i progetti di importo superiore al Milione di Euro non è necessaria la presentazione di un piano di fattibilità, sottoponiamo alla Vostra attenzione l’idea progettuale di un Auditorum della Musica Popolare, che terrebbe conto delle peculiarità del territorio, aiuterebbe la destagionalizzazione dei flussi turistici, ma, soprattutto, sarebbe in grado di favorire il riequilibrio tra aree costiere ed entroterra, valorizzando in particolare i borghi storici maggiormente dotati di patrimonio culturale materiale e immateriale.

Per rendere famoso in tutto il mondo un territorio e attrarre il turismo internazionale occorrono grandi simboli come la Torre Eifell, la Cupola del Brunelleschi a Firenze, il Ponte Vecchio, il Colosseo, il Ponte di Rialto a Venezia ecc.ecc.

Per far conoscere il Gargano nel mondo occorre un’opera attrattiva, unica, che susciti curiosità, polivalente, che produca reddito e lavoro, che faccia parlare di sé, che sia utile ai cittadini e identitaria, che sia eco-ambientale, che valorizzi la memoria storica e culturale locale e che ne incrementi il valore scenico e panoramico.

Per questa ragione vi proponiamo di inserire nella pianificazione strategica un Auditorum della Musica Popolare progettato da un grande architetto dei nostri tempi (ad es. Massimiliano Fuksas o Oscar Niemeyer), che insieme all’opera di Renzo Piano, per Padre Pio a S.Giovanni Rotondo, faccia convergere sul Gargano il turismo culturale internazionale.

Un’opera che permetta di istituire un archivio multimediale e sonoro sulla cultura garganica di tradizione, periferico rispetto all’archivio delle musiche di tradizione della Puglia promosso dalla Regione Puglia d’intesa con il Ministero dei Beni Culturali in divenire presso la Biblioteca Nazionale di Bari. (A questo proposito riteniamo ormai urgente – questo vuole essere un’altro progetto – che attraverso l’Università di Foggia e gli operatori culturali del territorio venga condotta un ampia ricerca su tutti gli aspetti del tutto vergini e ininvestigati del patrimonio culturale immateriale del Gargano, una ricerca sul campo per analizzare le pratiche musicali tradizionali (in primis la serenata), i suoi aspetti sociologici, semiotici e linguistici e soprattutto un indagine demoantropologica sui complessi rapporti tra i fenomeni produttivi e i fenomeni sociali del nostro territorio.)

Una struttura architettonica (dicevamo) che, nata per valorizzare il ritmo della Puglia garganica, serva a realizzare ogni sorta di evento non solo artistico e culturale (concerti, spettacoli, mostre artistiche, proiezioni), ma anche ogni sorta di evento economico (fiere, esposizioni) e politico (congressi, dibattiti, comizi), nonché per sviluppare nuove attività che siano in grado di attrarre flussi consistenti di visitatori, nonché qualificare, diversificare e ampliare la filiera turistica.

Un Auditorum, quindi, sufficientemente multifunzionale che consenta il suo utilizzo per ogni aspetto della vita sociale di questa terra, una delle meno servite e svantaggiate del territorio nazionale da forme di aggregazione politica, economica e sociale.

Sicuri di avviare comunque un dibattito intorno alla nostro contributo e in attesa di poterlo precisare in ogni dettaglio, invitiamo tutti coloro che sono impegnati nella progettazione dei Piani Strategici ad avere a cuore le sorti del Gargano tenendo in dovuta considerazione la constatazione che le politiche regionali per il turismo nel nuovo periodo di programmazione 2007/2013, tutte volte a ridurre la pressione sulle zone costiere al fine di ridurre gli impatti negativi dal punto di vista ambientale, economico e sociale, saranno indirizzate da un lato a consolidare e valorizzare gli attrattori attualmente esistenti, dall’altro, a promuovere attività ed eventi culturali di richiamo su scala nazionale e internazionale che in assenza di strutture adeguate sul Gargano non solo non potrebbero essere realizzate, ma inevitabilmente lo taglierebbero fuori dal raggio del turismo culturale».