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Sette sataniche, un fenomeno anche foggiano

Un universo sotterraneo, un sottobosco radicato, ai margini della percezione, che di tanto in tanto affiora attraverso tragici casi di cronaca nera, come in questi giorni, sulla scia di quanto accaduto a Zapponeta. E’ il mondo dell’esoterismo,delle sette sataniche, difficile da mappare o quantificare, la cui caratteristica principale è quella di lavorare nel silenzio, reclutando adepti attraverso meccanismi di plagio e suggestione  impercettibili alla quotidianità, avvolti dal mistero più fitto. "L’unico dato certo è che si tratta di un fenomeno in grande e continua espansione,  anche in provincia di Foggia", dichiara Don Guglielmo Fichera. "Volendo addentrarci nel territorio, infatti, troviamo –dice il parroco di S.Luigi Gonzaga- un inquietante clima tendenzialmente favorevole al fenomeno dell’esoterismo, che in numerosi casi si traduci in adesioni concrete alle numerose sette che operano sul territorio". La conferma della loro esistenza ci giunge anche da un altro esperto, Don Daniele d’Ecclesia, "anche se –sottolinea- non in forme preoccupanti". Ad esserne coinvolti soggetti di tutte le età, appartenenti alle più svariate categorie sociali, per lo più alle fasce più deboli della società, che in comune hanno un solo elemento:un certo grado di psicolabilità, più o meno evidente, più o meno consapevole,sul quale riesce ad attecchire e innestarsi l’opera di plagio delle sette sataniche. Una diffusione nel foggiano che non dovrebbe più di tanto stupire, trattandosi di luoghi dove, accanto ad una convinta fede religiosa, convivono da sempre credenze popolari come il malocchio, la maledizione, la fattura. Residui, questi, di antichi riti che sopravvivono ancora oggi anche a causa –evidenzia Don Guglielmo- "di un generale abbassamento della formazione culturale nel mondo cattolico”."Perchè –continua, citando una frase di S.Agostino- la radice del disorientamento attuale non sta tanto nella forza dell’errore, quanto nella debolezza di quelli che dovrebbero testimoniare la verità”.