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Peschici, Abbazia di Kalena, oggi l’accordo

Oggi potrebbe essere sottoscritto l’accordo tra la famiglia Martucci, proprietaria dell’abbazia di Kalena, e l’amministrazione comunale di Peschici. Sembra, dunque, essere giunto ad un risultato positivo la lunga battaglia condotta da più parti per recuperare l’antico monastero benedettino che si trova nella piana Peschici. Il risultato positivo sarebbe stato raggiunto nel corso di un incontro tra amministratori comunali (il sindaco, Domenico Vecera, gli assessori Michelino Vecera e Leonardo Di Miscia), uno dei quattro fratelli proprietari dell’abbazia, Francesco e il cognato Paolo, mons. Domenico D’Ambrosio, vescovo di Manfredonia –Vieste – San Giovanni Rotondo, Menuccia Fontana (presidente della sezione Gargano di Italia Nostra, il geologo Stefano Biscotti, Enzo D’Amato. La notizia va, come suol dirsi presa, con le pinze, per la semplice ragione che, anche in altre occasioni, alla fase di iniziale ottimismo ha fatto riscontro una cocente delusione.
L’accordo potrebbe essere formalizzato sempre che, anche gli altri due eredi Martucci concordino sui termini dell’intesa di massima raggiunta nei giorni scorsi. In particolare, si sarebbe trovato l’accordo sulla concessione al Comune dì parte dell’ex complesso monastico che riguarderebbe le due chiese che, attualmente, sono in stato di digrado e sussistono forti preoccupazioni sulla loro stabilità. Poche le notizie filtrate, certamente la più interessante sarebbe quella della concessione alla comunità peschiciana per un periodo della durata di novantanove anni delle chiese.
Se l’accordo sarà formalizzato, sarebbe possibile accedere ai finanziamenti europei nell’ambito del programma di ‘Area Vasta – Capitanata 2020”, che potrebbero ammontare a ben tre milioni e mezzo di euro. Se l’accordo dovesse essere sottoscritto, lunedì prossimo si riunirebbe il consiglio comunale per l’appprovazione del documento. Ci sono ottime speranze (mons.D’Ambrosio s’è detto molto fiducioso) che, finalmente, potrà essere ridata dignità a una delle testimonianze tre le più significative del Gargano, di una presenza dei padri benedettini, datata 872, che ha segnato un periodo storico di indiscutibile fervore religioso, ma anche della centralità del Gargano.
Qualche decennio addietro fu il locale Centro studi “Martella” a squarciare il velo di colpevole silenzio che era caduto sullo stato di abbandono della struttura.
Una battaglia che l’associazione culturale non ha mai interrotto, L’ultimo, in ordine di tempo, intervento dell’associazione è di appena qualche mese addietro: l’appello al Ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, per chiedere “l’esproprio immediato dell’Abbazia”, non solo, ma che fossero rispettati gli impegni assunti, anche a livello ministeriale, ma principalmente dalla Soprintendenza regionale ai Beni culturali e arcitettonici, riguardanti le creste murarie della chiesa e del recinto del complesso e successiva protezione; consolidamento e restauro della copertura lignea della campata absidale; impermeabilizzazione degli etradossi delle navate laterali; ricomposizione e bloccaggio degli elementi lapidei; infine, bonifica dei vani della primitiva chiesa. Santa Maria di Kàlena è da annoverare fra le più antiche d’Italia. Probabilmente, come ricordavamo, vi fu una prima presenza di monaci basiliani già a partire dall’872. Nel 1058 divenne una potente abbazia. Via via che papi ed imperatori le concedevano ricchi privilegi, i suoi beni si estesero oltre l’area garganica fino a Campomarino e a Canne. L’abbazia di Monte Sacro, presso Mattinata, era una di queste ricche dépendances, ed ebbe un secolare contenzioso con la casa-madre, che non voleva concederle assolutamente l’autonomia.