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TRAJA: «NELL’ASL FG UNA DISCUTIBILE ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI CON CONTINUE IMPROVVISAZIONI»

 

La denuncia partì poco più di un anno fa, un vero e proprio dossier dove venivano elen-cati episodi, con tanto di numeri e riferimenti normativi, che sarebbero avvenuti nei presidi sanitari di Vieste e Vico. E’ stato chiamato «libro bianco" e contiene una serie di segnalazioni ri-guardanti disservizi, disfunzioni, illeciti, che ci sarebbero stati nel servizio di emergenza del territorio Gargano nord. Nello scorso mese di giugno è stato inviato anche alla Procura della Repubblica di Foggia. A predisporre il voluminoso dossier è stato Antonio Traja, medico presso il Punto di Primo Intervento di Vico e vice segretario provinciale del sindacato Anpo-Fials. Al medico viestano abbiamo chiesto dettagli sull’iniziativa.

Perché è stato predisposto questo dossier?
«Con l’avvento del 118, calato senza alcuna programmazione, con assoluta mancata conoscenza del territorio, senza alcun confronto con gli operatori di pronto soccorso che per anni e tra mille difficoltà ne avevano pur garantito l’emergenza e l’urgenza, le condizioni già critiche dei servizi sanitari sul territorio, si sono maggiormente acuite. Pertanto la discutibile organizzazione fatta di continue improvvisazioni aziendali hanno portato a un progressivo scarico di responsabilità da parte della dirigenza preposta per riversarla sugli operatori dei Punti di Primo Intervento (Ppi) ex Pronto Soccorso (Ps) che tutto a un tratto da nano della sanità sul territorio, per carenze strutturali e di mezzi, si sono ritrovati ad essere con gli stessi mezzi i giganti collettori delle inefficienze aziendali. Da qui la necessità da parte di questo Sindacato di redigere una documentazione circostanziata il libro bianco dell’Anpo-Fials, una raccolta di segnalazioni di disservizi, disfunzioni e presunti illeciti avvenuti dalla sua nascita e perpetuate nel servizio di emergenza territoriale del Gargano nord, in modo da offrire lo spaccato di una gestione avvenuta e continuata di questo servizio e dei servizi territoriali del distretto. Strumento questo indispensabile alla tutela degli operatori sanitari, dell’utenza afferente e considerando le situazioni narrate a tutela della stessa azienda».
A chi l’avete presentato e con quali risultati?
«Il 24 maggio 2007 questo dossier è stato protocollato dal sindacato presso l’Asl di Foggia, la presidenza della Regione Puglia, l’assessorato alle Politiche della Salute con richiesta di avvio di un’indagine conoscitiva aziendale che potesse accertare le responsabilità narrate. Nessuna risposta è giunta in merito. Dopo di allora, arricchendosi ogni volta di nuove appendici e rispettivi allegati, il libro bianco è stato inviato ad altri organi istituzionali e di governo. Tra questi, la Commissione Sanitaria e Servizi Sociali, l’assessorato regionale alla Trasparenza e Cittadinanza attiva, l’Ordine dei medici, la Prefettura di Foggia, organi ispettivi quali i Nas di Bari, l’Ispettorato del lavoro di Foggia, l’Ares. A tale proposito bisogna dire che organismi citati, giudizi di criticità e tutt’oggi nessuna risposta formale sindacato da parte di tutti gli organi a parte qualche giudizio di singole persone degli di preoccupato allarme sulle situazioni esposte, a concreta e di confronto è pervenuta a questo istituzionali interessati citati.  Pertanto il 13 giugno di quest’anno, con una scelta che ormai si era resa obbligata, l’intero dossier sulla sanità Gargano nord, avendo ormai raggiunto il volume di 200 pagine tra situazioni narrate e allegati che si sono nel tempo aggiunti, ed altri se ne aggiungeranno ancora è stato protocollato presso la Procura della Repubblica di Foggia, con richiesta di indagine da parte della magistratura».
Quali sono i casi più eclatanti denunciati in questo «libro bianco»?
«Molteplici sono le situazioni critiche oggetto di segnalazione, tra queste quelle riguardanti il personale. Ad esempio l’eccessivo carico di lavoro per il personale medico e infermieristico, con turnazioni di 24, 48 ore e più consecutive, avvenute e tutt’ora espletate in un servizio di emergenza, senza alcun controllo aziendale, e nonostante le continue richieste di controllo inviate agli organi ispettivi. Casi di personale tenuto in servizio in stato di gravidanza avanzata, fino al sesto mese di gestazione, nonostante in un caso si presentasse come gravidanza a rischio e con pesante epilogo del caso stesso.  Ma ci sono anche quelle riguardanti l’utenza. Ad esempio soccorsi avvenuti per codici rossi con ambulanze non medicalizzate, trasporto di paziente da codice rosso con un infarto acuto del miocardio su indicazione della centrale operativa con ambulanza senza medico a bordo. E, più recentemente, il tragico incidente del 7 agosto 2008 dove dei feriti in condizioni gravissime sono stati trasportati su indicazione della centrale operativa da ambulanze non medicalizzate nel Ppi di Vieste, stazionandovi per diverso tempo, nonostante il presidio non presentasse alcun requisito per fronteggiare tale evenienza non essendo Ps di presidio ospedaliero e pertanto non consentisse alcuna possibilità di trattamento».