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Mutui a tasso variabile, Comuni con l’acqua alla gola

La resa dei conti è arrivata. Dalla fine dell’anno i mutui swap sottoscritti in passato dai comuni cominceranno a produrre sostanziose perdite a carico degli enti locali. Gli swap vedono infatti le banche vincitrici della scommessa sull’andamento dei tassi d’interesse. E ora i comuni devono pagare. In Puglia sono una cinquantina gli enti locali i cui bilanci presentano notevoli elementi di rischio a causa di operazioni finanziarie fatte negli anni scorsi con mutui a tasso variabile producendo, con la crisi attuale, uno smisurato indebitamento. Tutti i capoluoghi di provincia pugliesi, tranne Bari, e poi, in Capitanata, Serracapriola, Ordona, Candela, Pietra Montecorvino, Troia, Alberona, Celanza, Trinitapoli, Bovino, Stornarella e Margherita di Savoia. Gli swap contratti sono perfettamente legali ma rischiosi, perchè hanno un andamento particolare. All’inizio il sottoscrittore ci guadagna e ottiene denaro fresco, poi man mano che si va verso la fine ci guadagna la banca, e secondo come vanno i tassi rispetto all’Euribor alla fine l’ente locale può anche subire una perdita secca. E’ il rischio collegato alla scommessa. L’allarme è stato lanciato dal vicepresidente dell’Anci Puglia, Fabiano Amati, secondo il quale "Se non si riuscirà a risolvere il contenzioso con le banche gli enti locali rischiano il crack e una conseguente stretta mortale ai servizi cittadini". Nel capoluogo il contratto, per un importo di 4 milioni di euro, è stato sottoscritto nel 2002. Per uscirne fuori servirebbero 3 milioni e mezzo di euro. In pratica i versamenti fatti in questi anni sono serviti solo a pagare gli interessi. L’amministrazione vorrebbe rinegoziare il mutuo. Ma la Banca nazionale del lavoro, a quanto pare, non ha mai risposto alle richieste di Palazzo di Città.