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Spina Bifida, allarmanti i dati dell’ultima ricerca sulla patologia

La mancata prevenzione e la carenza di strutture pesano come un macigno anche in Capitanata

 

In Capitanata, come nel resto d’Italia, un paziente colpito da spina bifida “costa” 10 mila euro l’anno; prendersi cura di lui, nell’arco di una vita, può comportare per familiari e sistema sanitario nazionale una spesa media di 400 mila euro: e questi sono soltanto alcuni tra i dati, definiti “allarmanti” dagli esperti, emersi grazie alla ricerca sul costo sociale ed economico della spina bifida in Italia, un’indagine promossa dal coordinamento delle Associazione Italiane Spina Bifida e realizzata da Save (Studio Analisi e Valutazioni Economiche). Con la prevenzione, e la creazione di infrastrutture adeguate, questa gravissima patologia potrebbe essere sconfitta: ciò significherebbe moltissimo socialmente ed economicamente.
I risultati della ricerca sono stati presentati sabato 11 ottobre a San Giovanni Rotonto, nell’aula multimediale del poliambulatorio “Giovanni Paolo II”. L’iniziativa si è svolta nell’ambito della “Settimana nazionale per la prevenzione della spina bifida” che è cominciata il 4 ottobre ed è terminata ieri. All’evento sono intervenuti Barbara Contegiacomo, referente regionale dell’ARES (Agenzia regionale sanitaria della Puglia), i dirigenti medici dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni e Domenico Innaimo, presidente dell’Apusbi (Associazione pugliese spina bifida e idrocefalo). L’obiettivo dell’indagine condotta da Save è quello di quantificare l’impatto socio-economico della patologia, definendone sia i costi diretti (principalmente sanitari) sia i costi indiretti (come la perdita di produttività lavorativa dei familiari). Si è trattato del primo studio di questo genere in Italia. I costi della spina bifida sono molti elevati, pari a cinque volte quelli rappresentati dalle cure necessarie a un paziente che soffre di diabete. E pensare che una corretta prevenzione, come la semplice assunzione di acido folico da parte di chi non esclude di avere un bambino, porterebbe a una diminuzione dei costi di assoluto rilievo. “Quest’anno – ha dichiarato Domenico Innaimo, presidente dell’Apusbi –  l’accento è stato posto non solo sull’importanza della prevenzione ma anche sulle possibilità di assistenza e orientamento per le persone affette da spina bifida e per i loro familiari”.