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Vico/ Parto in ambulanza è una bimba

Succede anche questo. Si partorisce in ambulanza senza assistenza ostetrica, ma esclusivamente grazie al senso di responsabilità degli operatori sanitari del punto di primo intervento 118 di Vico.  Fortunatamente, la mamma ha messo alla luce una bella bambina. Un sospiro di sollievo per medico e infermiere i quali, vogliamo sottolineare, nel caso il risultato fosse stato malaguratamente diverso, avrebbero dovuto risponderne personalmente. Poco prima di mezzanotte, al punto di pronto soccorso si presenta una coppia albanese. La donna presenta forti dolori; facile la diagnosi: è nella fase di travaglio.
Medico e infermiere trasportano la gestante in ambulanza per predisporre il suo ricovero in una struttura ospedaliera:
quella di riferimento, San Severo distante circa ottanta chilometri. Non trascorrono pochi minuti e percorsi soltanto alcune centinaia di metri, quando il medico si rende conto che la donna sta partorendo.
Cosa fare? Non c’erano molte scelte, anzi, strada obbligata:
fermare l’ambulanza e aiutare la donna a mettere alla luce il figlio. Dopo pochi minuti tra le braccia del medico, Antonio Basile, c’è una bella bambina alla quale vengono prestate le prime cure, mentre l’ambulanza riprende la corsa in direzione di San Severo. Dopo circa un’ora, mamma e bambina sono finalmente assistite dal personale del reparto di pediatria. Gli operatori del 118 riprendono la via di ritorno, non prima, però, di aver soddisfatto una curiosità dei colleghi: il perchè il parto fosse avvenuto senza l’assistenza di un’ostetrica. Scontata la risposta: a Vico del Gargano, come nella quasi totalità dei comuni del distretto sanitario del Gargano nord, la figura dell’ostetrica non è garantita dall’Azienda sanitaria. In verità, se fosse la sola assenza di una delle tante figure professionali a non essere presente, forse non meraviglierebbe più di tanto; il problema è che, al di fuori del servizio di primo intervento, in caso di emergenza, il paziente deve mettersi nelle mani del buon Dio. Questa è la situazione che si registra in questa parte di territorio: cinquantamila abitanti ai quali non vengono assicurati servizi sanitari specialistici essenziali; senza ricordare che, nei mesi estivi, tali carenze restano le stesse, nonostante la presenza di centinaia di migliaia di turisti.