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Asl FG, strada tutta in salita per il nuovo direttore

Oggi, Ruggiero Castrignanò è atteso al quarto piano di piazza Libertà. Un passaggio di consegne che negli ultimi 10 anni è avvenuto già 5 volte: a cominciare dalla scissione dagli Ospedali Riuniti, cioè dal 1997, che coincise col rilancio dell’azienda da parte di Matteo Agostino Delle Vergini ma anche coi vari commissariamenti di Egidio Mele; nel 2001  l’Asl Fg3 venne affidata a Michele Carretta, una scelta che la Regione tutto sommato pagò a caro prezzo con la paralisi delle attività; nel 2004 scattò l’era di Attilio Manfrini, attorno a cui sembrò quadrare il cerchio fino a quando la notte di Santo Stefano ‘06 non venne partorita l’Asl Foggia; ed è appunto da allora, dai primi giorni del gennaio ‘07, che l’ex commissario straordinario Donato Troiano ha chiuso questa galleria di tentativi che si sono alternati praticamente ogni 2 anni. «Quando invece la prerogativa per la guida della sanità territoriale – ha affermato l’assessore regionale alla sanità Alberto Tedesco – è la programmazione, la capacità di affidarsi a una guida e di scommettere insieme a lui su decisioni e progetti che favoriscano unicamente il territorio>>. Oggi Ruggiero Castrignanò, nuovo direttore generale dell’Asl Foggia, è atteso al quarto piano di piazza Libertà. Dove ad aspettarlo ci sarà appunto Troiano, fresco reduce da un avviso di garanzia (per la presunta manomissione di una graduatoria per logopedisti) che restituisce un po’ il clima che si respira nella più grande azienda pubblica di Capitanata: oltre 4.200 dipendenti dopo la fusione di Asl Fgl, Fg2 e Fg3. «Troppo presto per poter parlare di qualsiasi cosa – si lascia sfuggire Castrignanò – troppo presto per anticipare qualsiasi cosa, e poi sono una persona troppa seria per parlare di cose che ancora non conosco». Chiaro il riferimento alla montagna di debiti che rischia di sommergere l’Asl Foggia, 87,6 milioni stando alla determina generale 302 della Regione secondo cui l’azienda foggiana sarebbe seconda solo a quella barese (la più grande della Puglia, al punto da accumulare 113 milioni di debiti). Chiaro, inoltre, il riferimento alle 5 vertenze con cui Ruggiero Castrignanò dovrà confrontarsi da oggi in poi: una firmata dagli ispettori del lavoro, una dai medici di guardia medica, una dai medici del servizio 118 e un’altra da quelli generici, per non parlare dei 60 milioni di debiti che l’Asl ha accumulato nei confronti dei farmacisti. Insomma un orizzonte tutt’altro che sereno, un orizzonte che ha fatto in modo che fosse proprio il governatore Nichi Vendola a scegliere per Foggia uno come Castrignanò: uno adatto al caso, perché dell’Asl Foggia in Regione si parla da mesi come di un caso.