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Cisl FG: “Crisi agro-alimentare mette a rischio intera economia di Capitanata”

"L’intero mondo del lavoro provinciale è allarmato per la situazione di crisi che sta vivendo il comparto agro-alimentare, sul quale è tradizionalmente incardinato il modello di sviluppo della Capitanata". E’ quanto afferma il segretario generale della Cisl di Foggia, Emilio Di Conza. "Le gravi situazioni dei settori cerealicolo, vitivinicolo, olivicolo ed ortofrutticolo e le persistenti difficoltà a dare una svolta all’emergenza idrica ed alla questione dell’Agenzia nazionale sulla sicurezza alimentare rischiano di riversare – afferma il responsabile provinciale Cisl – conseguenze negative sugli altri settori produttivi provinciali e sui consumi, già falcidiati dalla crisi economica e finanziaria. La centralità che assume l’industria agro-alimentare in Capitanata – continua Di Conza – deve indurre ad una più forte mobilitazione territoriale per sostenere la tendenza del comparto provinciale – avviata negli ultimi anni – ad assumere le connotazioni di un vero e proprio distretto". La Cisl provinciale esprime "forte preoccupazione in quanto si è arrestato – afferma il segretario – quel processo che, facendo leva sul D.A.R.E, il distretto agroalimentare pugliese, avrebbe dovuto consolidare a livello nazionale l’agro-alimentare di Capitanata, sulla spinta dell’Authority alimentare, formalizzata agli inizi del 2008 ma ad oggi mai entrata in funzione nella sede di Foggia, ed a seguito dell’auspicata definizione della questione di Piano dei Limiti, che continua a trovare ostacoli alla realizzazione della diga, ad oltre 30 anni dall’approvazione". Al contrario, "la recessione e l’andamento del mercato, con i bassissimi prezzi riconosciuti ai produttori di grano, olive, uva ed altri prodotti alimentari, rischiano di assestare un colpo letale non solo alle aziende, ma anche alle migliaia di lavoratori impegnati nel settore, che in Capitanata è portante per l’intera economia. La mancanza di utili per le imprese le induce a rallentare le produzioni, ad abbassare il costo del lavoro e, in molti casi, a ricorrere al lavoro nero". Pertanto, "la Cisl chiede politiche di sviluppo anticicliche – evidenzia Di Conza – che rafforzino le aziende di Capitanata che hanno una prospettiva di crescita, sostenendo redditi e pensioni, mobilitando risorse per investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali, nelle reti energetiche, nell’innovazione, nella formazione e nella ricerca e, soprattutto, un potenziamento delle politiche attive del lavoro, che vanno rilanciate soprattutto a livello provinciale. In questa direzione, è necessario mettere in campo – secondo la Cisl – incentivi che sostengano anche l’occupazione, dal punto di vista dell’inserimento nel mercato del lavoro e della stabilizzazione".