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ALTA MAREA 2 – Speciale: ” OLTRE LA VITA: LA DONAZIONE DEGLI ORGANI”

Nello spazio di approfondimento di OndaRadio, in onda questa sera alle 19,30 (in replica mercoledì mattina 3 dicembre alle ore 10,30) condotta da Antonio Troia ed Antonio Giuffreda, si parlerà del tema della donazione degli organi legando la discussione ai temi della bioetica per quanto riguarda l’espianto in realzione al venir meno della vita. Fra gli ospiti Dino Multisanti, ricercatore di bioetica all’Universtià Cattolica di Roma, don Giorgio Trotta, per l’AIDO la presidente provinciale, quella per Vieste Angela De Padova. Il dibattitro sarà arricchito da testimonianze di persone che hanno subito un trapianto e dei loro familiari.

 

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OLTRE  LA  VITA:  LA  DONAZIONE DEGLI ORGANI

La donazione di organi è un gesto di estrema generosità che nella società moderna non può essere vissuto come un atto eroico bensì come il gesto “normale” di chi offre agli altri la possibilità di continuare quella vita a lui ormai preclusa.
 
Ogni anno i trapianti salvano migliaia di vite umane. Per molti pazienti rappresentano l’unica speranza di salvezza o l’unica possibilità di migliorare la propria qualità di vita. 
3000 sono i trapianti che ogni anno si effettuano in Italia. La metà sono trapianti di rene, circa 1000 di fegato, 300 di cuore, 100 di polmone, pochi quelli di pancreas e di intestino. Le persone in lista di attesa sono 10370 mentre 84518 sono i cittadini che hanno registrato presso le Asl il loro consenso alla donazione di organi. In Italia, in media, per un trapianto di rene il tempo di attesa è di circa tre anni , poco meno per quelli di cuore e per quelli di fegato.
Questi numeri collocano l’Italia tra i primi paesi in Europa per numero di donazioni e di trapianti. Ma nel 2007 questo numero trapianti è sceso a 3043 da 3190 dell’anno precedente che ha rappresentato il periodo con la punta massima di trapianti effettuati in Italia.

Qualche settimana fa, per la prima volta, nel nostro Paese non è avvenuta in un 24 ore una sola donazione di organi. È accaduto all’indomani della pubblicazione , sull’Osservatore Romano, di un editoriale che metteva in discussione i protocolli sui criteri di accertamento della morte cerebrale e riproponeva il concetto secondo il quale si può parlare di morte solo quando il cuore cessa di battere. Tra i due fatti potrebbe esserci una relazione. Quando si solleva un tema così delicato si innescano non soltanto discussioni etiche e filosofiche tra diverse posizioni, ma si alimentano dubbi ed incertezze. Se il parente di una persona in morte celebrale è indotto a pensare che quello stadio non è la vera morte, come può autorizzare l’espianto degli organi dal corpo del proprio caro?

È giusto che su questi temi ci sia una ricerca sempre più approfondita, ma la comunità scientifica non ha dubbi, per dirla con il prof. Ignazio Marino “oggi i criteri di morte cerebrale non lasciano spazio a dubbi, sono assolutamente affidabili”.

Mantenere viva l’attenzione e la sensibilità su questi temi è decisivo per contribuire a salvare la vita di tanti esseri viventi. Su questo piano un ruolo decisivo lo svolgono le associazioni dei donatori di organi che vanno sostenute ed aiutate nella loro azione quotidiana anche da parte delle istituzioni. È importante, per esempio, che nell’ambito delle politiche sociali del nostro comune, una attenzione particolare, con adeguati investimenti in termini di risorse, sia rivolta alle iniziative promosse dalla locale sezione dell’AIDO.

Ma questo non basta. Se il nostro Paese vuole mantenere gli alti livelli raggiunti nel settore dei trapianti, bisogna puntare sulla conoscenza, sui saperi, incrementare l’attività di informazione ed investire nella formazione di chirurghi, medici ed operatori sanitari. 

Antonio Giuffreda