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Angelo Cera dà il benservito a Antonio Pepe

“Berlusconi ci straccia in faccia gli accordi che facciamo con lui a cominciare dall’Abruzzo Il deputato dell’Udc Angelo Cera è in ritorno da Roma. Con i chiari di luna dei centristi in questi giorni fra Pionati che fonda l’Alleanza di centro e il premier spocchioso con Casini e davvero un fiume in piena. Non risparmia alcuno.

Si appella al suo segretario Di Giuseppe perché prenda atto che il patto con il Pdl a palazzo Dogana è defunto, fa il paladino di Casini a livello nazionale
perché “non è ascrivibile a lui quanto succede nel nostro partito”, rilancia l’opposizione al governo e le alleanze sui programmi a livello locale. Urla, si infervora, lo sa che quando parte nessuno lo ferma: “Sono così, dico le cose come stanno”.
Onorevole, ma quanti movimenti al centro che ci sono in questo periodo. Anche Francesco Pionati fa un partito suo, Alleanza di centro.
Sta al gioco di Silvio, non va mica nel Partito della Libertà.
Si mette male per voi?
Ma che razza di operazione è mai questa, in sostanza riconferma l’Udc, né più né meno.
E perché l’avrebbe fatto, secondo lei?
Creare scompiglio nei centristi, che bisogno aveva Pionati di uscire dal partito.
Cioè Berlusconi crea scompiglio?
E che altro sennò.
Diamo le coordinate della vostra collocazione politica.
Casini viene dopo l’indicazione dell’elettorato alle politiche, ci hanno dato milioni di voti votandoci al centro.
E con Casini come la mettete sulle scelte future?
Gli possiamo chiedere di rimanere in quel centro per cui ci siamo spesi io e Marinacci, non ci ha prescritto il medico che dobbiamo andare nel centrodestra dopo quello che abbiamo passato con Berlusconi.
Basta chiuso per sempre?
Siamo del centrodestra nella misura in cui ne riconoscono il senso.
Ma non ci sono più le condizioni di agilità politica, come si diceva
una volta, per voi nel centrodestra.

Ci hanno votato al centro come terzo polo, su programmi condivisi ci possiamo anche stare con il Pdl.
Un po’ state con il centrosinistra.
Non corriamo a sinistra, ma non abbiamo nemmeno la fregola, come si dice, di definirci uomini di centrodestra. Ne dobbiamo parlare con il consiglio nazionale e non con Casini.
Berlusconi vi rosicchia uomini.
E’ lui che non ci vuole nel centrodestra.
Palazzo Dogana: più gioie o più dolori per l’UDC?
Alla Provincia ci possono stare solo uomini con lo stomaco. Dopo che abbiamo ottenuto il 16%, dopo che ci hanno immolati. Pepe non ci prende nemmeno in considerazione.
Un documento redatto dai capigruppo metteva in discussione l’operato di Pepe.
Loro hanno un problema di assetti interno al PDL, noi un problema politico.
E di dirigenti, pare.
Ce ne sono alcuni che sono bravi nei propri settori, c’è chi produce e chi invece no.
L’accordo è che dovessero ruotare.
Non è questo il problema, ma alcuni si sentono depositari del verbo, un funzionario non può essere il padrone delle ferriere.

Nomi: li facciamo?
Parliamo di tecnici di qualche assessorato debole. Ma ci sono alcuni dirigenti che andrebbero presi a calci nel sedere, pagati per togliere il disturbo e per lasciare Palazzo Dogana.
Si riferisce ai servizi sociali dell’assessore Montanino?
Montanino è un bravo ragazzo, e poi a livello di tecnici il suo assessorato ha poco in Provincia. Ce ne sono alcuni però, che spendono e spandono.
L’assessorato alla formazione di Lallo?
………..silenzio..
Va maluccio con il presidente Pepe, almeno così pare.
L’ultimo caffè con lui l’ho preso il giorno dopo le elezioni.
Quindi lei non parla con il presidente da aprile?
Certe cose si dicono una sola volta.
Vi incontrate a Roma?
Non tanto, piuttosto Di Giuseppe ha inflazionato la sua presenza alla provincia.
E che fa il segretario dell’UDC sempre in provincia?
Ci va ogni giorno per vedere come il rapporto con il PDL è compromesso.
Siete in perfetta sintonia.
Di Giuseppe la pensa come me, la differenza è che lui si contiene, è più politico….ma io non disdegno di tornare a votare in aprile.
Addirittura? Un’unica tornata elettorale.
L’Udc può stare al Comune con il Pdl ma l’alleanza alla Provincia è stata forzata, come quei matrimoni che si fanno controvoglia, ci siamo immolati.
E’ pentito di quel sacrificio?
Il centrodestra e Pepe si è convinto di essere la panace di tutti i mali.
Non io è, secondo lei.
Big Ben ha detto stop! E questo per la dignità del partito. Si convochi il comitato provinciale per prendere atto delle cose che non vanno, sono certo che mi seguiranno.
Cioè lei pensa che Nino Marinacci, il consigliere provinciale, la seguirà?
Si, più degli altri,. Soffre molto questa difficoltà l’amico Marinacci nel partito, lui rappresenta un punto di riferimento. Ci siamo dissanguati per far vincere questo Pdl che non meritava nulla.
Lo rifarebbe?
Abbiamo sbagliato.
Cioè lei ed il suo partito, nel caso si tornasse a votare, fareste un’altra scelta.
Proprio non si può ricucire con Pepe?
Le cose fra amici si dicono una volta sola, non si ripete sempre la stessa cosa.
Quindi l’Udc non esiterebbe a mollare questa maggioranzaa Palazzo Dogana per nuove elezioni.
Se noi avessimo appoggiato Paolo Campo avrebbe ottenuto il 54%.
 Si rifà i conteggi?

Il mio segretario ha già parlato troppo, il matrimonio che non va bisogna tagliarlo, quello con il centrodestra è stato una forzatura.
Spiragli in vista?
Non è regolare che si parli con Antonio Pepe, bisogna parlare con i partiti, non è regolare che i contatti avvengano con il presidente.
Allora segue una via politica?
Il cancro bisogna estirparlo subito..
Altrimenti?
E sennò . . .Callarola callarola, ognuno alla casalora!

Paola Lucino
l’Attacco